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AI e lavoro, 9 italiani su 10 sono pronti a cambiare

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L’evoluzione della tecnologia e l’affermarsi dell’intelligenza artificiale AI cambieranno il mondo del lavoro: com’è già successo con le rivoluzioni nella storia, dalla stampa all’avvento dei PC e Internet, nessun lavoro da qui a qualche anno sarà più lo stesso.

Dalle professioni del marketing, a quelle della logistica; dal servizio clienti, alla gestione dell’ospitalità: è difficile pensare che qualche settore non sarà interessato dal cambiamento o, quantomeno, non adotterà i nuovi strumenti AI.

Anche se molti temono di perdere il lavoro, una ricerca registra soprattutto attesa e una certa dose di entusiasmo. Secondo l’ultimo studio di Indeed – società specializzata nella ricerca di impiego, la maggior parte dei lavoratori sono fiduciosi di riuscire ad adattarsi all’evoluzione dei propri ruoli professionali, anche in Italia con una percentuale di ben l88%.

Il sondaggio è stato condotto online in 11 paesi da YouGov per conto di Indeed dal 30 novembre al 21 dicembre 2023: ha conivolto 16.671 membri della popolazione lavorativa. Hanno partecipato 9.592 dipendenti, 4.592 datori di lavoro/responsabili e 2.487 decision maker nell’ambito delle risorse umane. Una distribuzione simile è stata seguita in tutti gli 11 Paesi presi in esame.

AI e lavoro, 9 italiani su 10 sono pronti al cambiamento
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I lavoratori in Italia non temono AI, ma sono pronti al cambiamento

L’81% degli italiani si sente pronto alle trasformazioni che interesseranno il mondo del lavoro nei prossimi 18 mesi (e le proporzioni non cambiano granché nemmeno a 5 anni: 78%), con il 56% che si dice ottimista rispetto all’aumento dell’uso della tecnologia al lavoro. Aumento della produttività (65%), miglioramento della comunicazione (48%) e del benessere al lavoro (42%) sono i benefici maggiormente attesi a livello globale.

AI toglierà alcuni posti di lavoro

Allo stesso tempo non manca la consapevolezza che il crescente ricorso all’ AI possa anche portare alla perdita di posti di lavoro, almeno così come li conosciamo oggi. Nonostante l’ottimismo diffuso e sebbene le persone si sentano pronte al cambiamento, esiste ancora qualche forma di ansia nei confronti dell’AI. Analisti (9%), scienziati dei dati (10%), personale del servizio clienti (11%) sono alcune delle professioni ritenute più esposte alla sostituzione da parte della tecnologia.

Commenta Gianluca Bonacchi, Senior Talent Strategy Advisor di Indeed Italia:

«Nonostante ci sia entusiasmo da parte dei lavoratori per il sempre crescente ricorso alla tecnologia, i risultati della nostra indagine ci dicono che rimane una comprensibile dose di preoccupazione per i posti di lavoro che potrebbero andare persi. In realtà, il lavoro muterà e anche noi dovremo farlo.

Costruirsi una carriera a prova di futuro è tutt’altro che impossibile. Il cambiamento può spaventare, ma la storia ormai ci ha insegnato che le grandi rivoluzioni portano con sé grandi miglioramenti, se padroneggiate nella giusta maniera».

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Foto di Hitesh Choudhary su Unsplash

Le raccomandazioni di Indeed sono cinque:

Familiarizzare con AI

Non aspettiamo di iscriverci a un corso specifico o che il datore di lavoro lo organizzi. Iniziamo a familiarizzare con gli strumenti di intelligenza artificiale generativa e ad apprenderne le basi. Abituiamoci ad usarli. Anche solo per gioco; per capire quali sono le potenzialità e come potremmo sfruttarle per le nostre esigenze professionali. Saranno ben presto parte del nostro quotidiano. Anzi, lo sono già.

Individuare le competenze richieste dal mercato per il ruolo che ci interessa

Per tenere il passo dobbiamo capire quali sono le competenze che dobbiamo apprendere. Possiamo sfruttare l’ AI generativa, ad esempio, per individuare quali sono le skill richieste per la posizione che ci interessa e renderci conto di quali sono le nuove competenze ricercate dalle aziende, oppure fare un’analisi accurata degli annunci di lavoro per rendercene conto.

Bonacchi spiega «Le competenze richieste alle figure ricercate dalle aziende non sono le stesse di alcuni anni fa. Abbiamo condotto, ad esempio, un’analisi degli annunci di lavoro relativi al ruolo di marketing manager ed è emerso che avere esperienza con software di automation come Marketo o Pardot è una specifica sempre più richiesta, che può portare anche a un aumento della retribuzione».

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Sviluppare le proprie soft skill

AI generativa può replicare e prevedere. Non sostituisce la capacità di comunicare o di negoziare competenze, la leadership, il pensiero creativo o l’intelligenza emozionale. Bonacchi spiega «Investire sullo sviluppo delle proprie soft skills, conta oggi ancor più di ieri. Se le altre abilità potranno essere sostituite dalle macchine, queste competenze potranno ancor più fare la differenza. Vediamo già oggi quanto queste caratteristiche siano diventate centrali per i datori di lavoro nella selezione di un candidato».

Essere flessibili

In un mondo del lavoro in rapida evoluzione la flessibilità è fondamentale. Partecipare a progetti di formazione trasversale in un dipartimento diverso da quello di appartenenza o collaborare con altri gruppi in azienda potrebbero portare a nuove occasioni. È importante essere aperti agli sviluppi che può prendere la nostra carriera, anche se diversi da quelli che ci si aspettava inizialmente. Le mansioni potrebbero cambiare, i ruoli ridefinirsi. Saper cogliere la trasformazione faciliterà il percorso professionale.

Costruire il proprio personal branding e il proprio network

Usare i social network professionali per valorizzare la propria esperienza, aggiornare costantemente il proprio curriculum vitae, mantenere una rete di contatti o, ancora, frequentare gli appuntamenti chiave per il settore. Sono tutte abitudini da coltivare in questi anni in cui tutto succede molto rapidamente.

«L’intelligenza artificiale cambierà indubbiamente il nostro modo di lavorare. Non importa a che punto siamo nel nostro percorso, dovremo continuare ad adattarci o ad apprendere nuove competenze. Il vero successo risiederà nella capacità di sfruttare la tecnologia per rendere il lavoro sempre più appagante e capace di valorizzare le unicità dell’essere umano” conclude Bonacchi.

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Di più su Indeed per cercare e trovare lavoro

Indeed è tra le piattaforme più usate al mondo per cercare e trovare lavoro: permette di cercare tra milioni di offerte in oltre 60 paesi e 28 lingue. Oltre 3,5 milioni di datori di lavoro utilizzano Indeed per trovare e assumere nuovi talenti. Ogni mese più di 350 milioni di visitatori unici usano Indeed per cercare lavoro, inviare curriculum, ricercare aziende e altro ancora.

Persino Bill Gates teme di essere sostituito presto da AI, ma è anche convinto che potrebbero esserci sviluppi positivi, come la settimana lavorativa di tre giorni. Tutti gli articoli che parlano di Intelligenza Artificiale sono disponibili nella sezione dedicata di macitynet.

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