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Le autorità italiane hanno richiesto ad Apple l’accesso a quasi 1.600 iPhone e iPad

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Le autorità di polizia e giudiziarie italiane nell’ultimo semestre del 2016 hano chiesto ad Apple di avere accesso a 1.576 tra iPhone e iPad. È questo il dato che emerge dal rapporto con cui Cupertino, semestralmente, evidenzia le richieste di informazioni emesse dalle autorità in ogni stato in cui la multinazionale opera, incluso il nostro Paese.

Stando a quanto riportato nell’utimo report di Apple delle richieste governative per ottenere informazioni sugli utenti, la società di Cupertino ha ricevuto almeno una delle cosiddette National Security Letter, siglate NSL, un’ordinanza amministratva con la quale il governo USA richiede dettagli su un account. Nella relazione semestrale (qui in PDF), si evince che Apple ha ricevuto una NSL nella seconda metà del 2016: benché la richiesta sia indicata come “declassificata” non sono ad ogni modo indicati dettagli specifici.

Come già spiegato in altre occasioni, quando arriva una richiesta di informazioni, Apple pretende che questa sia corredata dalla dovuta documentazione, come una ordinanza rilasciata da un tribunale o un mandato di perquisizione. Ogni richiesta è esaminata attentamente: Apple verifica che sia legittima dal punto di vista legale e, in ogni caso, la società fornisce alle forze dell’ordine solo le informazioni strettamente necessarie per svolgere l’indagine in questione.

tabella

Nella maggior parte dei casi, quando le forze dell’ordine richiedono ad Apple informazioni, è per tentare di localizzare un dispositivo rubato, in seguito alla denuncia presentata da un cliente. Quando le autorità richiedono informazioni sugli account di un cliente, in genere si tratta di account iCloud. Apple spiega «Se la legge ci obbliga a divulgare dati personali nell’ambito di una indagine, quando possibile provvediamo a comunicarlo al cliente e a fornire solo le informazioni strettamente necessarie. Di fatto, solo una piccolissima parte degli account è oggetto di richieste di informazioni».

Nelle tabelle di Apple si evidenziano le richieste di accesso ai dispositivi e agli account. Le richieste più frequenti da parte delle forze dell’ordine riguardano informazioni su dispositivi smarriti o rubati, conteggiate da Apple come “richieste di accesso ai dispositivi”. Le richieste di accesso agli account sono quelle nelle quali le autorità richiedono l’accesso a un account, in genere per ottenere informazioni sul proprietario di un account iTunes o iCloud, per esempio il nome e l’indirizzo. «In alcuni casi – spiega ancora Apple – Ci viene chiesto di fornire i contenuti iCloud degli utenti, che possono includere foto, email, backup dei dispositivi iOS, documenti, contatti, calendari e segnalibri archiviati. Valutiamo queste richieste con estrema attenzione e forniamo i contenuti solo se è stato emesso un mandato di perquisizione». Le ordinanze relative a questioni di sicurezza nazionale ricevute da Apple, includono quelle avanzate nell’ambito del Foreign Intelligence Surveillence Act (FISA) e sotto forma di National Security Letter (NSL).

In Italia, come anticipato, nel secondo semestre del 2016 sono state effettuate 946 richieste di accesso ai dispositivi da parte delle forze dell’ordine, per un totale di 1.576 dispositivi. Le richieste di accesso ai dispositivi per cui Apple ha fornito alcuni dati sono 524: complessivamente il 70% dei casi.

Più numerose le richieste di accesso negli Stati Uniti: 4.252 per un totale di 20.013 dispositivi di altrettanti utenti. Apple ha fornito i dati in 3.335 casi (78%). La differenza tra numero di richieste e disposivivi effettivi dipende da vari fattori. Per esempio, le autorità giudiziarie che si occupano di casi di furto inviano spesso richieste di informazioni in base ai numeri di serie. Ciascun numero di serie viene considerato come un singolo dispositivo. Una richiesta può comunque riguardare più dispositivi, come nel caso del ritrovamento di una partita di dispositivi rubati.

«Quando le forze dell’ordine ci chiedono di fornire le informazioni personali di un cliente – spiega Apple – avvisiamo il cliente stesso a meno che non ci venga proibito in modo esplicito. Ci riserviamo il diritto di fare eccezioni, per esempio in casi estremi in cui crediamo che avvisare il cliente possa mettere in serio pericolo un bambino o un’altra persona, o quando l’avviso non è richiesto dalle circostanze del caso». «Per le richieste di informazioni da parte del governo riportiamo il livello di dettaglio consentito dalla legge. Qualsiasi autorità governativa che intenda richiedere ad Apple contenuti dei clienti deve essere in possesso di un mandato di perquisizione. Quando riceviamo una richiesta di questo tipo, il nostro team legale la valuta attentamente. In caso di dubbi sulla legittimità o sull’ambito della richiesta, la contestiamo. Accogliamo le richieste solo dopo aver verificato che siano valide e appropriate, e anche in tali casi forniamo solo le informazioni strettamente necessarie».

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