Continua la lotta alla pirateria streaming da parte delle istituzioni e delle autorità: dopo le nuove normative in proposito, che hanno dato maggiori poteri ad AGCOM, e lo spot di Bobo Vieri, che chiede a gran voce di dare un calcio al pezzotto,
l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha definito i requisiti tecnici e operativi per il funzionamento della piattaforma Piracy Shield, con cui vengono bloccati i siti che diffondono illecitamente eventi sportivi live.
La piattaforma è dunque funzionante. Spetta ora agli operatori che forniscono l’accesso (ISP come Telecom, Vodafone, ecc.) i quali devono oscurare tali siti, su segnalazione dei titolari dei diritti (emittenti come Dazn, Sky, Amazon Prime, Mediaset Infinity, titolari dei diritti per la Serie A e le Coppe internazionali) a porre in essere le attività necessarie per rendere operativa la piattaforma. Tali attività devono essere completate entro il 31 gennaio 2024.
La decisione dell’Autorità è stata assunta all’unanimità lo scorso 5 dicembre e i reqquisiti della piattaforma definiti dall’Autorità sono stati discussi e condivisi nell’ambito dei lavori del Tavolo tecnico antipirateria convocato da Agcom, in collaborazione con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, insediatosi lo scorso 7 settembre.
Ai lavori del tavolo, cui hanno preso parte anche rappresentanti del Mimit, della Polizia postale e delle principali Associazioni per il contrasto alla pirateria e la tutela del diritto d’autore, ha partecipato il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza presso Agcom il quale, nell’ambito del protocollo di intesa vigente, collaborerà con l’Autorità per garantire l’avvio e il funzionamento della piattaforma.
Il funzionamento della piattaforma si basa su un sistema machine to machine: i titolari accreditati, che hanno già ottenuto un provvedimento cautelare per la tutela del diritto protetto, a fronte di ulteriori violazioni del medesimo diritto, possono “caricare” le segnalazioni di violazione, “assistite da un adeguato corredo probatorio”, sulla piattaforma che le indirizza automaticamente agli ISP accreditati i quali provvedono al blocco dell’indirizzo IP e/o dell’FQDN entro i successivi 30 minuti.
Giacomo Lasorella, presidente dell’AgCom, in una interviata di Repubblica riferisce che chiede cosa rischia la persona comune, riferisce che “i dati del traffico web saranno alla Finanza e alla Procura perché accertino ogni reato” e che saranno le forze dell’Ordine ad accertare i reati.