Adobe entra nel mercato dei Microstock annunciando Adobe Stock, la sua banca immagini che è prondamente integrata in Photoshop, InDesign, Premiere e con tutti gli altri strumenti della Creative Cloud.
Un Microstock (contrazione di micropayment e stock photography) è una banca d’immagini online che permette ai fotografi di vendere le proprie foto di qualità paragonabile alla tradizionale fotografia di stock ma commercializzate, tipicamente con licenze Royalty-free, a prezzi “micro”, generalmente 1-20 dollari in funzione di vari parametri, tra i quali spicca ad esempio la dimensione in pixel dell’immagine stessa. Il lancio del servizio segna l’ingresso della società in questo business dei contenuti stock, in parte dovuto grazie all’acquisizione di Fotolia avvenuta circa 6 mesi fa. Al momento Adobe Stock include già 40 milioni di immagini, è integrato nelle più recenti versioni di Photoshop CC, Illustrator CC, InDesign CC, Premiere Pro CC e After Effects CC in 36 paesi e 13 lingue.
La principale differenza con i concorrenti ShutterStock e simili sta nel servizio offerto. Grazie alla profonda integrazione tra Adobe Stock ed i software della società, un cliente può semplicemente avviare Photoshop (ad esempio), entrare in Adobe Stock e scegliere l’immagine che desidera acquistare. A differenza degli altri però, prima di acquistarla può decidere di elaborare una versione ovviamente coperta da watermark “provandola” sul progetto a cui sta lavorando. Se l’immagine è in linea con le sue aspettative, a quel punto può comprare l’immagine ad alta risoluzione rimuovendo automaticamente la filigrana ed apportando le modifiche precedentemente applicate sulla versione di prova.
Il sistema è interessante anche per i fotografi. La piattaforma è infatti un vero e proprio app store delle immagini dove c’è chi acquista ma c’è anche chi vende. Chi crea le immagini e decide di vendere le proprie foto attraverso Adobe Stock guadagnerà il 33% per ciascuna immagine venduta, una percentuale molto più alta rispetto a quella offerta dagli altri servizi di microstock concorrenti, anche se alcuni servizi – iStock ne è un esempio – offrono una percentuale più elevata nel caso si decidesse di vendere una immagine in esclusiva su un solo microstock, limitando però così anche l’esposizione dell’immagine stessa che potrebbe invece essere venduta su decine di altri microstock.
Adobe ha un interesse strategico ad entrare in questo mercato. Come scrive la stessa società il 90% di coloro che creano foto per i siti di Microstock, usano strumenti Adobe e l’85% di coloro che trattano immagini fanno lo stesso. Il mercato è in crescita costante (secondo Technavio Research il fatturato sale del 7% l’anno e arriverà a 3.8 miliardi di dollari entro il 2019) e c’è ancora spazio per nuove realtà e per il consolidamento dei piccoli protagonisti del settore. Basti pensare che il terzo servizio al mondo (dietro Getty Images e Corbis) è Shutterstock e controlla solo tra il 3 e il 5% del mercato. Offrire una piattaforma di ecommerce per le fotografie, diventa un aspetto di grande interesse in un contesto dove sale la qualità, grazie alla discesa dei costi delle apparecchiature professionali. Moltissimi fotografi anche dilettanti, sono ora in grado di produrre immagini di elevato interesse ed Adobe offrirà loro la possibilità di capitalizzare un hobby, trasformandolo in lavoro part time, sfruttando gli strumenti che usano ogni giorno.
Per quanto riguarda i prezzi, si parte da 9,99 dollari per una sola immagine. Più convenienti sono invece i pacchetti di acquisto per 10 immagini a 49,99 dollari (29,99 dollari per i clienti Creative Cloud) oppure l’abbonamento a 199,99 dollari al mese per chi ha la necessità di comprare fino a 750 immagini al mese.