Da alcuni giorni Adobe ha pubblicato una serie di documenti sul suo sito web per ricordare che entro fine anno Flash Player muore definitivamente e non sarà più supportato in alcun modo. Al 31 dicembre 2020, il plug-in che per anni (in passato) è stato impiegato per creare animazioni sul web sarà finalmente considerato morto. Non sarà in pratica più possibile scaricarlo dal sito dello sviluppatore e i contenuti Flash non potranmo più essere visualizzati nei browser.
L’annuncio non è certo una novità perché Adobe già nel 2017 aveva chiaramente indicato il 2020 l’anno entro il quale lo sviluppo di Flash Player sarebbe stato fermato. Il criticato, vituperato e spesso lento, sistema per la riproduzione di contenuti multimediali di Adobe sarà finalmente parte del passato dell’informatica.
La mossa della software house non aveva sorpreso nessuno nemmeno allora: da tempo la piattaforma era morente, abbandonata da tutti, inclusi i suoi principali riferimenti nell’industria del web. Google aveva di fatto escluso Flash da tutti i suoi principali servizi. Non solo Youtube funziona senza Flash, ma Chrome blocca l’esecuzione automatica dei filmati in questo formato.
Ancora prima Big G aveva deciso di non accettare più le pubblicità in Flash per Adense. Apple da parte sua non ha mai permesso l’esecuzione di Flash su iOS, ovvero su quel sistema che, sommando tablet e iPhone, rappresenta un enorme numero di pagine servite; Apple del resto su Mac non installa Flash (al contrario di altri produttori di PC) ormai da anni; anche Facebook ha abbandonato Flash da anni.
Contro Flash era nato persino un movimento (“Occupy Flash”) che invitava a sbarazzarsene prima possibile «Ha fatto il suo tempo. È pieno di bug. Va in crash moltissime volte. Richiede costantemente aggiornamenti di sicurezza. Non funziona sulla maggioranza dei dispositivi mobili. È un fossile, sopravvissuto a un’era di standard chiusi e di controllo unilaterale delle società sulla tecnologia web».
A questo punto anche Adobe aveva capito che era inutile continuare a sviluppare qualcosa che non vuole nessuno, un software grattacapo che, per soprannumero, rappresenta uno dei principali veicoli per la pirateria informatica, sfruttato da persone senza scrupoli che mascherano dietro falsi installer Flash, malware e adware, e che ha un codice molto propenso ad essere bucato per installare virus. Il pressing di tecnologie quali HTML5, WebGL e WebAssembly, non lascia più spazio alla multinazionale di San Jose che incoraggia gli sviluppatori a migrare contenuti realizzati con Flash verso formati aperti.
La morte definitiva di Flash arriva a dieci anni di distanza dalla famosa lettera di Steve Jobs nella quale spiegava perché aveva deciso di dire no alla tecnologia proprietaria di Adobe: principalmente perché avrebbe trasformato negativamente l’esperienza d’uso dei dispositivi mobile, reso instabile il sistema operativo e rallentato inutilmente la velocità di navigazione.
Erano gli anni in cui iPhone stava crescendo e uno dei difetti che gli veniva attribuito era quello di non essere in grado di mostrare contenuti in Flash. Jobs finì a sua volta nel mirino, accusato di non avere capito quanto importante era la possibilità di avere Flash per la navigazione, ma Apple proseguì diritto finendo per avere ragione, e la conferma viene dal passo compiuto da Adobe.
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