Flash Player, da qualcuno ribattezzato “il cancro del web”, non morirà così facilmente come in tanti (esperti in sicurezza informatica, web designer, sviluppatori di browser) si augurano. I motivi per odiarlo sono tanti e sono tutti fondati: è strutturalmente insicuro, non passa settimana senza che venga scoperta una nuova vulnerabilità, è avido di risorse, consuma le batterie dei portatili in modo spaventoso, è fonte di instabilità, è impossibile creare elementi che possano essere tradotte in automatico con Google Translate o simili, non si presta a essere sfruttato su schermi touch e/o di piccole dimensioni e chi più ne ha, più ne metta.
Nonostante i suoi mille difetti, non sarà però facile sbarazzarsene presto: è una tecnologia in circolazione da almeno venti anni e sono ancora tanti, troppi i siti che hanno bisogno del Flash Player per funzionare correttamente. La maggiorparte di questi, potrebbe essere riscritta senza problemi, (in particolare i tanti, inutili siti nei quali si vede ancora l’odiosa “intro” iniziale), altri ancora sfruttano la tecnologia Adobe per motivi diversi, quali ad esempio la creazione di animazioni complesse con effetti cromatici e trasformazioni, funzioni che permettono di applicare al volo effetti ai video e altro ancora.
Business Insider ha provato a chiedere a esperti del settore perché è così difficile fare morire Flash. “Il fatto che ancora esista” scrive il sito, “costituisce un monumento all’inerzia, all’autoconservazione, alle politiche nell’IT”. James Lyne, direttore all’istituto di sicurezza SANS e a capo delle ricerche presso la società Sophos, ha una teoria simile sulla sopravvivenza di Flash e spiega che l’unico motivo per il quale tale tecnologia è ancora ampiamente diffusa è la sua longevità e il suo posto nella storia dell’IT.
“Flash si trascina una lunga eredità per l’uso con svariati tipi di media e player” dice Lyne; “anni fa era l’unico modo per produrre alcuni tipi di animazioni, contenuti interattivi o eseguire lo streaming di video”;”oggi i browser e gli standard moderni, in particolare l’HTML5, lo rendendo meno necessario e anche Adobe ammette che Flash è su un vicolo cieco ma si trova ancora dappertutto per eredità del passato”.
David Emm, ricercatore esperto in sicurezza di Kaspersky Lab, concorda: Flash continua a esistere essendo diffuso da così tanto tempo da essere per default sfruttato da molti siti e, almeno al momento, “è troppo importante perché fallisca”. “È installato su troppi computer per default” dice Emm, “e le persone tendono a non pensarci finché non si diffonde qualche problema”. “Alcuni siti stanno rimpiazzando Flash con tecnologie HTML5 (uno su tutti: YouTube), ma altri si affidano ancora a esso, obbligando gli utenti a installare il Flash Player per vedere i contenuti con i loro browser”.
Molte società, dipartimenti governativi, istituti d’istruzione propongono prodotti e servizi online che hanno bisogno di Flash, siti che richiederebbero tempo e denaro per essere riprogettati completamente senza Flash. A breve, insomma, Flash non morirà… ma una sua lenta e inesorabile agonia è certa. Per Occupy Flash (“movimento per liberare il mondo dal Flash Player”) è solo questione di volontà: “È un fossile, sopravvissuto a un’era di standard chiusi e di controllo unilaterale delle società sulla tecnologia web. I siti web che dipendono da Flash presentano un’esperienza inconsistente (e spesso inutilizzabile) per la percentuale, sempre più crescente, degli utenti che non usano browser desktop”; la tecnologia di Adobe è bollata come obsoleta, meno accessibile e colpevole di rallentare l’evoluzione del web. “L’unico modo per forzare il web ad adottare i moderni standard aperti è di invalidare le vecchie tecnologie”, “più persone ci saranno che usano browser senza Flash, prima sparirà il dolore”.