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Adobe Creative Cloud, addio al software in scatola

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Il software in pacchetto è morto, viva il software in pacchetto. Non sono state esattamente queste le parole di Narayen e Wadhwani, CEO e general manager of the Digital Media business unit di Adobe, quando oggi hanno annunciato e poi commentato la fine della vendita della Creative Suite in edizione “fisica”, ma il senso delle parole pronunciate dai due architetti del nuovo volto di Adobe e della strategia sul cloud della azienda di San Josè erano quelle.

L’addio alla Creative Suite così come l’abbiamo conosciuta da dieci anni a questa parte era nell’aria, da quando lo scorso anno ha fatto il suo debutto la Creative Cloud. Anche se i clienti potevano scegliere se abbonarsi o avere la versione su DVD del pacchetto, in molti pronosticavano che prima o poi ci sarebbe stato l’addio, ma pochi (e neppure Adobe come hanno detti alcuni dirigenti dell’azienda) fino a poco tempo fa pensava che sarebbe arrivato tanto presto.

Le ragioni per cui Adobe da giugno, data di lancio della nuova versione denominata CC (Creative Cloud) porta il suo software sulla nuvola, le ha enunciate Shantanu Narayen, pressato dalle domande dei giornalisti e a prima vista gli argomenti paiono molto stringenti: «Il nostro universo non può più aspettare i tempi di una release fisica – ha detto l’amministratore delegato di Adobe – con la versione in abbonamento possiamo mandare ai nostri clienti le innovazioni quando si rendono disponibili. Questo è quello che ci chiede la nuova generazione dei creativi a cui daremo anche prodotti più avanzati  prezzi migliori»Ä±.

Una seconda ragione, solo accennata da Narayen ma piuttosto attendibile, appare più connessa al modello di business di Adobe che grazie agli abbonamenti non avrà un bilancio dipendente dai picchi delle release dei nuovi prodotti, seguiti dalle valli dei mesi in cui non ci sono novità disponibili; chi usa il software pagherà regolarmente, ogni mese un canone che stabilizzerà il bilancio. Poi c’è anche un motivo strategico, determinato dal trend che indica nel software connesso il traguardo verso cui punta tutto il comparto: «in Adobe – ha detto Narayen rispondendo a chi gli chiedeva come si correlasse la scelta della nuova versione solo cloud con le strategie che anche Microsoft pare perseguire – crediamo che non esisterà un solo software non più connesso entro due anni. Non posso commentare quel che fa Microsoft, ma noi vogliamo essere i leader di questa nuova generazione di software»

Gli scontenti della nuova strategia, visto quel che dice Scott Morris, senior director of product marketing for Creative Cloud, sarebbero pochi: «sappiamo che per qualcuno dei nostri clienti il passaggio potrebbe essere doloroso, ma la grande maggioranza di chi compra prodotti Adobe ha abbracciato la Creative Cloud e l’ha fatto molto più rapidamente di quanto avremmo pensato. D’altra parte non faremmo questo passo se avessimo la percezione che potrebbe danneggiare il nostro mercato».

In ogni caso chi desidera restare fermo alla versione in pacchetto può farlo se accetta di non avere le nuove funzioni previste dalla versione CC. La CS 6 continuerà ad essere venduta per un tempo non ancora precisato e sarà aggiornata per ragioni di sicurezza e di compatibilità con le nuove versioni dei sistemi operativi. Ma Adobe cerca in tutti i modi di incentivare il passaggio alla versione in abbonamento cme dimostrano chiaramente i prezzi e le offerte annunciate oggi: chi ha una precedente versione della CS dalla 3 alla 5 può avere un abbonamento mensile a prezzo scontato a 36,89 per un anno (singola applicazione a 12,29 euro al mese) e se si ha la versione 6 si spendono 24,59 euro al mese. Tutti gli altri avranno un abbonamento a 61,49 euro con impegno annuale (o 92,24 euro al mese se si vuole cancellare in qualunque momento), che diventerà il prezzo standard (fatto salvo chi ha diritto a promozioni e sconti e i clienti multilicenza) dal prossimo anno. Le app singole (ma non tutte sono disponibili) costano 24,59 euro al mese.

Il lancio della nuova versione “solo web” è previsto per giugno e la data dovrebbe essere rispettata anche per il mercato europeo anche se qualche cosa in più dovremmo saperne domani, quando sono previste le conferenze stampa per i paesi europei.

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