Adobe, Arm, Intel e Microsoft hanno stretto una partnership con Truepic, – piattaforma per la verifica delle foto – e con la BBC per formare la Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA), colazione per la certificazione della provenienza e autenticità dei contenuti.
La coalizione, aperta anche ad altri, mira ad affrontare “la prevalenza di disinformazione, informazioni distorte e contenuti-truffa online”, con lo sviluppo di standard tecnici che permetteranno di certificare la fonte e la storia o provenienza di contenuti sui vari media.
Le organizzazioni aderenti lavoreranno per sviluppare specifiche che permetteranno di capire con sicurezza la provenienza dei contenuti per comuni tipologie di asset e formati, si legge in una dichiarazione congiunta, per consentire a editori, creatori e ai consumatori di risalire all’origine e all’evoluzione di un pezzo di supporto digitale, incluse immagini, video, audio e documenti.
Le specifiche tecniche includono la definizione di quali informazioni sono associate con ogni tipo di asset, come sono presentate e memorizzate le informazioni, e come identificare tracce di manomissioni.
“C’è urgente necessità di affrontare bugie generalizzate nei contenuti online – ora sovralimentate dai progressi nell’intelligenza Artificiale e della grafica e diffuse rapidamente via internet”, ha spiegato Eric Horvitz, direttore scientifico di Microsoft.
“Il nostro imperativo come ricercatori e tecnologici è di creare e ridefinire approcci tecnici e sociotecnici di questa grande sfida dei nostri giorni”, prosegue ancora Horvitz. “Siamo entusiasti delle metodologie che consentono di certificare l’origine e la provenienza dei contenuti online”.
Dana Rao, consulente legale di Adobe, riferisce che C2PA permetterà di accelerare il critico lavoro di ricostruire la fiducia del pubblico nei contenuti online. Secondo la coalizione gli standard aperti di C2PA permetteranno di offrire alle piattaforme un metodo per preservare e leggere contenuti digitali sulla base della provenienza.
La C2PA mette insieme la Content Authenticity Initiative (CAI) di Adobe e il Project Origin di Microsoft/BBC di watermarking digitale, sistemi che consentono ai produttori di contenuti di aggiungere firme digitali e certificati ai media che rimangono nei metadati mentre i contenuti circolano online.
A proposito di contenuti online, Microsoft e alcuni editori europei esortano le autorità di regolamentazione dell’Ue all’introduzione anche in Europa di un meccanismo in ‘stile Australia’ per costringere i big del mondo IT a pagare i contenuti delle notizie condivise sulle loro piattaforme. Un meccanismo di arbitrato dovrebbe considerare il modello stabilito dalle leggi australiane, che consente di stabilire un prezzo equo” per l’uso dei contenuti “sulla base di una valutazione dei benefici derivati da ciascuna parte”, si legge in una nota di alcune associazioni di editori europei.
L’appello di Microsoft, European Magazine Media Association, European Newspaper Publishers Association, European Publishers Council e News Media Europe arriva in concomitanza di incontri dei regolatori di Bruxelles che preparano discussioni sulle norme che dovrebbero arginare il potere dei big del mondo IT.