Come si dice i guai non vengono mai da soli. Adobe, sottoposta a pesanti critiche da parte dei clienti per avere infilato nelle condizioni d’uso la possibilità di usare i lavori di chi usa le sue applicazioni per addestrare l’intelligenza artificiale (e avere poi fatto una parziale marcia indietro) finisce di nuovo nel mirino.
Questa volta però la situazione ha dei risvolti normali e legali perché ad accusare l’azienda di San Josè sono il Dipartimento di Giustizia e la Federal Trade Commission (FTC) americani.
Sotto esame, dopo una indagine iniziata quale tempo fa, ci sono le modalità di annullamento degli abbonamenti, che sarebbero state elaborate in maniera “complessa e complicata e finalizzate a dissuadere dal cancellare un abbonamento che non i clienti non vogliono più”.
Adobe prevede piani di pagamento mensili o annuali, con la possibilità di annullare l’iscrizione in qualsiasi momento; le iscrizioni mensili costringerebbero gli utenti a restare bloccati al pagamento annuale.
Quando si sceglie l’acquisto sul sito ufficiale, Adobe propone per default un abbonamento annuale con pagamento mensile (più caro rispetto al piano annuale); secondo l’FTC, Adobe nasconde la commissione per il recesso anticipato, ovvero il 50% del rimanente pagamento mensile, penale non prevista in caso di annullamento entro 14 giorni (la spesa viene rimborsata).
Secondo l’FTC, le procedure di sottoscrizione dell’abbonamento non sono chiare e gli utenti sono obbligati a navigare attraverso numerose pagine, ostacolando l’annullamento. Alcuni utenti hanno riferito inoltre di problemi cercando di contattare il servizio clienti, con chiamate interrotte e lunghi tempi di attesa.
Alcune delle pratiche di Adobe violano il Restore Online Shoppers’ Confidence Act (ROSCA) usando clausole scritte in piccolo e collegamenti ipertestuali poco chiari per nascondere informazioni circa la penale da pagare per l’annullamento anticipato.
Nella denuncia nei confronti di Adobe si chiede un importo non meglio specificato per il risarcimento dei consumatori, oltre ad una ammenda pecuniaria civile e un’ingiunzione permanente per impedire ad Adobe di continuare a chiedere commissioni nascoste per contrastare l’avvio di procedure di annullamento degli abbonamenti.
Adobe ultimamente è nell’occhio del ciclone, e si trovad ad affrontare anche le proteste di vari clienti indignati dalla modifica dei Termini di Servizio che prevedevano la possibilità di accedere ai contenuti sul cloud degli utenti.