Tra pochi mesi sarebbe uscito anche il libro negli Usa.
Probabilmente uscirà lo stesso, ma non sarà la stessa cosa. La grande capacità di affabulare del Falso Steve Jobs (FSJ), deriva anche da questo: dal suo mistero. Chi è l’uomo il cui diario online ha fatto tremare dal ridere ma qualche volta anche dalla rabbia gli appassionati e i protagonisti della Silicon Valley?
Certo, chi non ha seguito il fenomeno può pensare che scoprire che un caposervizio del mensile americano Fortune che abita a Boston e non sopporta gli appassionati di open source (freetards, li chiama), di nome Daniel Lyons, ha fatto un blog-parodia del Ceo di Apple e dei più importanti tra i personaggi della Silicon Valley alla fine non sia questa gran cosa. Anzi, magari non gliene importa più di tanto.
Però, quando ad esempio Bill Gates durante la doppia intervista con Steve Jobs ad All Things Digital ha cercato di fare lo spiritoso dicendo che FSJ “non sono io”, si capisce che nella Silicon Valley il fenomeno è andato avanti e non poco. C’è chi arriva a chiamarlo “emulo di Jonathan Swift”, e di sicuro la ricchezza d’idee e anche linguistica (per apprezzarlo appieno bisogna sapere gli accenti delle differenti parti del mondo anglofono e apprezzare anche le piccole idiosincrasie linguistiche del vero Steve Jobs, di Bill Gates, di Bono, di Larry Ellison e molti altri) fanno impallidire i nostri orfani di Cuore e di altre piccole rivistelle analoghe in cui l’ironia scivola sistematicamente nel pecoreccio.
Allora, svelato il mistero, amaro in bocca e caduta libera per quello che sarà il futuro di FSJ e del suo autore, che si è preso qualche settimana i pausa e probabilmente sta schiumando di rabbia, visto che ci era quasi arrivato a lanciare il prossimo fenomeno editoriale. Namasté, FSJ.