Non c’è spazio per Ubuntu nel mondo mobile. Lo ha ammesso Mark Shuttleworth (fondatore di Canonical, la società che supporta e finanzia Ubuntu) in un post sul blog ufficiale annunciando lo stop ai finanziamenti di Unity8, un sistema che aveva l’obiettivo di convergere smartphone, tablet e computer in un solo dispositivo.
Il progetto risale al 2011, anno in cui Motorola presentò Atrix 4G, uno smartphone con la capacità di collegarsi ad un monitor esterno per funzionare come un computer convenzionale. Due anni più tardi dall’annuncio dell’ambizioso programma Canonical rilasciò la prima versione di Ubuntu Touch, sistema operativo per smartphone che poteva essere installato in sostituzione di Android su alcuni dispositivi, in particolar modo nella serie Nexus di Google. In quei giorni fu ampiamente apprezzato dalla critica: Richard Trenholm di CNet lo definì «Elegante, versatile e molto più ordinato di Android, Firefox OS e Tizen. Può essere un potenziale rivale di Android, Windows Phone, e iOS: in realtà lo preferisco di gran lunga a quest’ultimo, che da tempo ha perso la brillantezza».
Conscia delle potenzialità del sistema, verso la fine del 2013 la società tentò di raccogliere 32 milioni di dollari attraverso una campagna di raccolta fondi su Indiegogo che avrebbero dovuto finanziare Ubuntu Edge, uno smartphone che come Atrix 4G poteva trasformarsi in un computer collegandolo ad un monitor esterno. Purtroppo la raccolta non ebbe successo (furono raccolti appena 13 milioni di dollari) e l’azienda dovette rinunciarvi, non senza però accusare Apple di aver monopolizzato la fornitura dei display in vetro zaffiro che lo smartphone Ubuntu avrebbe dovuto utilizzare.
Le speranze non sembravano però ancora perdute. Nel 2014 Meizu presentò il suo primo smartphone con Ubuntu al posto di Android, anche se non attirò l’attenzione come sperato, nonostante le sue funzionalità di convergenza. Stesse sorti per il tablet Aquaris M10 di BQ presentato lo scorso anno ed anch’esso con il sistema operativo mobile di Canonical. Eppure l’idea di convergenza piace e sembrerebbe funzionare: ne sono un esempio lampante Microsoft Continuum presente in Windows 10 ed il più recente DEX di Galaxy S8 presentato da Samsung proprio negli scorsi giorni.
A quanto pare non c’è però spazio anche per Unity8. Seppur la società si appresti a concludere un ottimo trimestre, ha ufficialmente annunciato di chiudere il progetto ed abbandonare lo sviluppo di smartphone e tablet con Ubuntu, concentrandosi invece sullo sviluppo desktop e sul nuovo GNOME per Ubuntu 18.04 LTS. «Abbiamo a cuore Ubuntu e sappiamo quanto sia utile per le persone» scrive Shuttleworth «Ed è per questo che abbiamo investito su Ubuntu per smartphone. La nostra visione era diversa, più convergente, e crediamo nel software libero come alternativa per i produttori ai frustranti sistemi esistenti e decisamente troppo chiusi. Purtroppo, abbiamo fallito».
Il CEO di Canonical sostiene che la comunità non ha visto innovazione nel progetto, ma soltanto frammentazione. «Unity8 è un sistema solido e molto utile, ma rispetto il mercato: è lui a decidere quali prodotti possono crescere e quali invece devono necessariamente sparire. Personalmente è stata una decisione molto difficile perché sono fermamente convinto che il futuro è nella convergenza». L’azienda perciò d’ora in avanti investirà nelle aree che stanno contribuendo alla sua crescita, quindi Ubuntu desktop, server e macchine virtuali, insieme ai prodotti cloud (OpenStack e kubernetes MAAS, LXD, Juju, BootStack).