È morto Paul Otellini, l’ex CEO di Intel. Lo ha annunciato la stessa Intel indicando senza altri dettagli che “è morto nel suo letto”. Otellini aveva 66 anni ed è stato amministratore delegato di Intel dal 2005 al 2013; si era ritirato dall’incarico di CEO e dal Consiglio di amministrazione il 16 maggio del 2013.
Tra i suoi meriti, l’avere collaborato con Apple convincendo Jobs ad abbandonare i chip PowerPC usati sin dal 1994 e adottare i processori Intel. Steve Jobs voleva passare ai processori di Intel perché IBM e Motorola non riuscivano a produrre i PowerPC adattati ai notebook. Si racconta che Otellini, all’epoca direttore generale di Intel, cominciò a confabulare con Jobs. Si erano conosciuti quando il co-fondatore di Apple lottava per mantenere in vita NeXT e, come avrebbe raccontato in seguito il futuro CEO di Intel, “la sua arroganza si era temporaneamente mitigata”.
Otellini, racconta Walter Isaacson nella biografia dedicata a Jobs, aveva un atteggiamento calmo e ironico verso le persone ed ebbe una reazione più divertita che irritata quando, trattando con Jobs alla Apple all’inizio degli anni Duemila, scopri che “aveva ripreso coraggio e non era più così umile”. Intel aveva contratti con varie industrie informatiche e Jobs voleva un prezzo migliore di quello fatto alle altre. “Dovemmo trovare modi creativi di far quadrare i conti” raccontò Otellini.
Mettendo insieme due team di eccellenza, la Casa di Santa Clara e Apple riuscirono ad anticipare di sei mesi la data prevista per il rilascio dei Mac con i nuovi processori. Jobs invitò Otellini al convegno dei manager Top 100 di Apple e in quell’occasione indossò uno dei camici da laboratorio di Intel. All’annuncio pubblico, nel 2006, Otellini, uomo di solito riservato, ripeté il gesto: “Apple e Intel finalmente insieme” la scritta che apparve sullo schermo alle sue spalle.
Nel 2009 parlando in merito alla decisione di allora della Commissione Europea sulle pratiche concorrenziali di Intel, Otellini dichiarò di non condividere assolutamente la decisione, definendola sbagliata: “Ignora la realtà di un mercato dei microprocessori altamente competitivo – caratterizzato da costante innovazione, performance crescenti e prezzi in calo. Non vi è nulla che danneggi i consumatori”.
Otellini era arrivato in Intel nel 1974, occupando vari ruoli con il passare degli anni. Aveva passato circa 40 anni in azienda. Il CEO Brian Krzanich ha dichiarato: “La morte di Paul ci rattrista profondamente”; “è stato l’inarrestabile voce degli utenti in un mare di ingegneri e ci ha insegnato che si vince solo tenendo conto prima di tutto del cliente”.
Our condolences to the Otellini family and everyone at Intel. Paul was a great friend of Apple. https://t.co/D8Y8rmYP4x
— Tim Cook (@tim_cook) October 3, 2017
Otellini era nato a San Francisco il 12 ottobre 1950, città che – fa sapere Intel – ha sempre amato. Aveva conseguito la Laurea in Economia all’Università San Francisco nel 1972 e un master all’Università della California, Berkeley nel 1974. Nel 1974 arrivò in Intel dove, come già detto, ricoprì vari ruoli, incluso quello di general manager responsabile Peripheral Components Operation e della divisione Folsom Microcomputer; nel 1989 divenne chief of staff con l’allora CEO e co-fondatore di Intel Andy Grove.
A questo indirizzo trovate un nostro articolo che racconta di come Intel perse l’occasione di fornire ad Apple il primo chip per iPhone e del rammarico di Otellini.