Negli ultimi dieci anni molte delle più grandi aziende tecnologiche del mondo hanno aperto la sede in Irlanda. Multinazionali come Google, Apple, Facebook, Microsoft, Twitter hanno deciso di piazzare le tende in Irlanda per merito di una scappatoia fiscale nota come il “Double Irish”, che permette ad una società con sede in Irlanda di girare i pagamenti di interessi o canoni ad una controllata separata, ufficialmente registrata in Irlanda, ma alloggiata ovunque sul globo, con un tasso fiscale favorevole.
Così Google, per esempio, ha un ufficio di Dublino con circa 2.500 dipendenti, ma la maggior parte delle entrate fatturate in Irlanda vengono poi pagate come “royalties” a una società separata, con sede a Bermuda, tutto ovviamente ai fini fiscali. Così anche per Apple, Facebook, Twitter e molte altre società che hanno scelto l’Irlanda non certo casualmente per le loro sedi EU.
Secondo un rapporto del New York Times la scappatoia fiscale sta per essere eliminata, come dichiarato dal ministro delle finanze irlandese, Michael Noonan: “La pianificazione fiscale aggressiva da parte delle multinazionali è stata criticata dai governi di tutto il mondo e ha danneggiato la reputazione di molti paesi. Sto per abolire la capacità delle imprese di utilizzare il ‘double irish’ cambiando le nostre regole di residenza per richiedere a tutte le aziende registrate in Irlanda di avere anche la residenza fiscale”.
Fortunatamente per i colossi del web, le aziende potranno continuare a sfruttare il double Irish fino al 2020, ed avranno tutto il tempo necessario per studiare un piano di riserva per trovare un nuovo e più ospitale regime fiscale da qualche parte nel mondo.