10 miliardi di dollari per non cavare un ragno dal buco. Almeno nell’immediato. Tanto è costato e ha significato l’addio ad Apple Car, il progetto Apple di costruire un’auto elettrica.
Alla scelta avvenuta molti anni fa, di investire su una vettura a batteria che potesse competere, ma su un livello più alto, con concorrenti come Tesla, i grandi produttori tedeschi e giapponesi e anche il lotto di vetture a guida autonoma di Waymo e che fin dall’inizio era parso a qualcuno un’idea pazza (“Sono fuori di testa”, disse l’ex CEO di GM, Dan Akerson), dedica un articolo il New York Times.
L’inchiesta arricchisce di dettagli quando anticipato da Bloomberg nei giorni scorsi aggiungendo un dettaglio curioso ma significativo. Il progetto era internamente denominato “Titan” ma alcuni dipendenti l’avevano ribattezzato “Titanic”.
La ragione della sfiducia che traspariva fin dal nome stavano nelle vicende, ben note a chi le viveva da dentro, trasparite in parte, ed elencate dal NYTimes.
Tutte le idee intorno al progetto Apple Car sono state più volte scartate e azzerate, tra cambi di idee e di prospettive.
I contrasti di vedute risalgono fin all’inizio del progetto Titan. Steve Zadesky, chiamato inizialmente a dirigere le attività, voleva creare una vettura per fare concorrenza a Tesla; Jony Ive, l’ex chief design officer di Apple, era dell’idea di realizzare una vettura a guida autonoma che secondo i membri del team software era possibile realizzare.
Probabilmente per i ritardi e l’avvenuto affollamento della classe delle vetture simili a quelle di Musk, Apple alla fine si sarebbe decisa a fare un’auto a guida completamente autonoma che avrebbe dovuto competere con i progetti di Waymo/Google. Questo ha costretto a ricominciare tutto da capo spostando sempre più avanti la data di lancio.
Nel frattempo Apple spendeva infatti in maniera forsennata per assumere centinaia di persone con esperienza nel machine learning, fondamentale per la creazione di una vettura a guida autonoma ed idee come un parabrezza in grado di mostrare indicazioni passo passo, e un tettuccio composto da speciali polimeri in grado di mitigare il calore dall’esterno.
Probabilmente se davvero Apple voleva fare un’auto elettrica, le sarebbe convenuto comprarsi Tesla nel momenti in cui Elon Musk voleva in passato vendere tutto a Apple invece che inventare da soli qualche cosa di tanto complesso. Ma Apple aveva considerato (come ha fatto molte altre volte quando ha preferito acquistare piccole realtà con singole tecnologie da integrare in casa) avesse più senso fare da sé invece che comprare una grande azienda da inglobare subendone strategie e filosofia.
Nel frattempo sono stati chiamati a guidare il progetto quattro diversi dirigenti (l’ultimo Kevin Lynch). Questo ha portato a diversi licenziamenti, per questioni di competenze o di insoddisfazioni interne, per scoprire alla fine che l’auto andava ad arenarsi perché arrivare a una vettura autonoma magari senza volante e pedali, era un traguardo irraggiungibile.
Per arrivare ad un traguardo che si allontanava man mano, chi costruiva piani e progetti si si è trovato tra le altre cose, a lavorare in un ambito culturale diverso da quello al quale erano abituate. In Titan ad certo punto erano coinvolte più di 2000 persone, inclusi ingegneri che hanno lavorato per la NASA e altri che hanno creato auto da corsa per Porsche.
Per mettere insieme i cocci che diventavano sempre più confusi sono stati messi in campo persone come quali Jonathan Ive e Bob Mansfield (responsabile dell’hardware Mac). Sono state acquisite diverse startup e nel 2021 si è tentato di “dare le chiavi” del progetto a Kevin Lynch, il dirigente che è stato responsabile del progetto Apple Watch.
Tim Cook restava così fiducioso sull’impianto del progetto ma chi stava lavorando sul campo, conti alla mano, sapeva che anche ammesso che fosse arrivata sul mercato, l’Apple Car sarebbe costata non meno di 100.000$ (che sarebbero facilmente diventati 150mila euro sul mercato europeo) e per i costi avrebbe generato profitti che non avrebbero giustificato in alcun modo gli investimenti.
A queste condizioni le sarebbe stato impossibile stare sullo stesso mercato su cui si muovono tanti concorrenti tra cui Tesla e tanti altri brand con nomi di altrettanto prestigio se si tratta di automotive, che hanno vetture simili e che costano meno della metà.
Insomma tentato di tutto e di più ma alla fine è apparso chiaro che era meglio lasciare perdere. Tra gli aspetti positivi, il fatto che Apple ha imparato molto sulle tecnologie legate all’AI, aspetti che potrà utilizzare in altri progetti sui quali si sta lavorando, inclusi AirPods con fotocamere, assistenti robot e Realtà Aumentata.
La cancellazione del progetto è stata indicata come positiva da analisti di Morgan Stanley sui conti dell’azienda. Del resto le analisi non hanno mai tenuto conto della reale fattibilità del progetto, soprattutto tenendo conto che si trattava di un’idea ancora nella fase iniziale e che almeno 20 aziende vendono già vetture elettriche e oltre 200 lavorano su tecnologie legate ai veicoli elettrici.
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