“La matematica, il calcolo e il computer sono stati la medicina per sconfiggere le allucinazioni”. Per John Nash, i computer e i numeri sono stati la salvezza dal tunnel della schizofrenia, ma purtroppo non hanno potuto essergli d’aiuto la sera del 23 maggio, quando il matematico americano premio Nobel e celebrato dal film “A beautiful mind” è morto in seguito ad un incidente d’auto, con la moglie Alicia, nel New Jersey, di ritorno da un viaggio in Norvegia dove aveva ritirato il prestigioso premio Abel.
John Nash, tra le menti più brillanti del Novecento, grazie alla teoria dei giochi e al concetto di equilibrio vinse il Nobel per l’economia nel 1994. Dopo aver compiuto trent’anni, e dopo aver realizzato i suoi studi di più alto livello, iniziarono a comparire i primi sintomi della malattia mentale che segnò tutta la sua esistenza. Incominciò ad alternare ricoveri lunghissimi a momenti di lucidità, fino a quando negli anni Novanta le crisi cessarono e John Nash tornò a svolgere il suo lavoro con serenità e a far parte della comunità accademica.
La sua vita – e in particolare la sua biografia firmata Sylvia Nasar “Il genio dei numeri – Storia di John Forbes Nash Jr. matematico e folle”, ispirò il film da Oscar “A Beautiful mind”, interpretato da Russel Crowe e Jennifer Connelly. Anche se romanzata e non proprio speculare alla sua esistenza, “A Beautiful Mind” continuerà a raccontare la storia di una delle menti più geniali della storia, quella di John Nash, un uomo che (come ha dichiarato lui stesso in un’intervista del 2007 al Corriere della Sera) ha trovato nei numeri e nel computer la medicina più adatta ad affrontare allucinazioni e turbe psichiche.