Il 3D Touch è una di quelle cose strane che non sai se ti mancherà oppure se potrai serenamente farne a meno. La tecnologia, annunciata da Apple durante la WWDC dell’8 giugno 2015 con il lancio di iOS 9 e introdotta sul mercato il 16 settembre dello stesso anno con l’arrivo degli iPhone 6s e 6s Plus.
La tecnologia da allora è stata presente sempre e solo su tutti gli iPhone (7, 7 Plus, 8, 8 Plus e X) e su nessun altro dispositivo di Apple, nonostante sfrutti una serie di comunalità dal punto di vista dell’interazione utente, come vedremo tra un attimo. Le voci che girano con insistenza adesso la danno per una tecnologia “in uscita”: abbandonata per via di schermi con tecnologia inadatta a supportarla o per scarsa capacità di utilizzo a fronte di altri sistemi di interazione.
Il 3D Touch, ammesso che stia effettivamente per esalare l’ultimo respiro e scomparire dall’orizzonte almeno in uno dei prossimi modelli di iPhone per il 2018, è una tecnologia che impegna in maniera importante lo schermo dei telefonini di Apple. Infatti adopera un mix di sensori disposti sotto il film touch, nella parte di retroilluminazione, per misurare la pressione del dito dell’utente, e il motore magnetico Taptic Engine, che restituisce il feedback aptico analogo a quello delle nuove trackpad dei MacBook che simulano il movimento (ma sono in realtà più ferme di un sasso).
L’integrazione di queste due tecnologie (sensori e attuatore) in spazi così castigati è veramente il testamento alla prodezza di alcuni ingegneri di Cupertino e alla capacità della filiera dei fornitori di Apple di realizzare apparecchi con questo livello bassissimo di tolleranza ed altissimo di precisione.
Il problema è che, rispetto agli altri apparecchi iOS privi di 3D Touch il vantaggio non è così elevato. Anzi, il sistema introduce un livello di complessità piuttosto appariscente nell’interazione con il piccolo schermo dell’iPhone, mentre per quanto riguarda invece l’interazione con iPad la funzione più usata (cioè evidenziazione e scorrimento del cursore) si ottiene lo stesso utilizzando una pressione prestante e prolungata oppure il moto di due dita appaiate. Insomma, le funzioni aggiuntive Force touch su una icona per far emergere direttamente delle nuove funzioni tipo “Apri nuovo documento” o simili, non sono abbastanza convincenti. Inoltre, rende abbastanza difficile gestire il passaggio dalla “vecchia” funzione di “premi una icona per farle entrare in modalità riordino-cancellazione (icone che vibrano e piccola x cerchiata in alto a destra) a quella di attivazione del Force Touch. Si creano non raramente casi piuttosto antipatici in cui non si riesce a prendere e spostare una icona ad esempio dentro una cartellina perché basta poco per esagerare la forza del dito, attivando il 3D Touch.
In più, con l’arrivo dei telefoni a tutto schermo basati su riconoscimento facciale (iPhone X, che a quanto pare dovrebbe essere il primo di una serie) la gestione del nuovo modo di gestire le icone sullo schermo può generare ulteriori problemi: se si va in modalità riordino-cancellazione con iPhone X per uscirne non si può più premere il tasto Home -che non c’è più- ma bisogna andare a pescare un pulsante virtuale in alto a destra, accanto al notch, oppure bloccare il telefono. Ecco dunque che il 3D Touch in qualche modo diventa ridondante e si può anche vivere tranquillamente senza. A questo probabilmente pensano gli ingegneri di Cupertino o, se non altro, quelli i cui leaks vengono raccolti dal mercato che fa girare le voci tramite gli analisti di una possibile svolta per eliminare il 3D Touch.
È possibile che ci siano due ragioni tecniche e una di marketing dietro questa probabile scelta. Quella di marketing sta nella semplificazione eliminando funzionalità non particolarmente amate o richieste per ridurre i costi e quindi il prezzo finale. La prima delle ragioni tecniche sta invece nella complessità di realizzazione di questa soluzione in apparecchi ancora più sottili: un ostacolo che potrebbe rivelarsi insuperabile. La seconda ragione tecnica potrebbe invece essere legata alla superficie del display: quando si supera una certa dimensione potrebbe non funzionare più bene come sistema di riconoscimento della pressione o superare un prezzo accettabile delle componenti e del loro assemblaggio. Sarebbe peraltro quest’ultima considerazione la chiave di lettura per capire come mai gli iPad non hanno (ancora? mai?) il 3D Touch.
Piangeremo, ci dispereremo e ci stracceremo le vesti se in uno o in tutti i prossimi iPhone scomparirà il 3D Touch? Chi scrive no, tanto poco usa la funzione sull’iPhone X e precedenti e in quanto l’ha sempre disabilitata sui suoi MacBook compatibili. Certo, è una indicazione dell’evoluzione del prodotto di punta di Apple e come tale non va sottovalutata. Ma non è mai stata una vera rivoluzione, come sperato, e se ne può fare tranquillamente a meno. Del feedback aptico no, ma del Force Touch anche sì.