Ross Perot si è spento a 89 anni. Magnate texano, due volte candidato alla presidenza degli Stati Uniti, quando aveva 57 anni fu il primo ad investire in Next. Oltre a essere al centro della storia degli Stati Uniti – perdendo le elezioni contro Bill Clinton e alimentando e anticipando con le sue idee fenomeni come il movimento populista – è protagonista anche della storia dell’hi-tech.
Ross Perot era un uomo di un’altra generazione rispetto a Steve Jobs, ma credeva negli stessi sogni: ha dedicato la sua vita, oltre che alla politica e all’impegno civile, alla tecnologia che sa cambiare il mondo. Dopo i primi passi in IBM e poi nella sua impresa, seppe intravedere nel progetto di Next quella visione che aveva avuto Steve Jobs.
Non ci volle molto a convincerlo ad un investimento. A raccontarlo, a Forbes nel 2012, Randy Adams, software Engineer di Next. Adams raccontò un simpatico aneddoto sulla giornata in cui Ross Perot decise di investire in Next (un aneddoto che riguarda la passione per le Porsche e l’attenzione ai dettagli di Jobs) una cifra importante: 20 milioni di dollari. Era il 1987 e Ross Perot entrò di diritto nel consiglio di amministrazione della società. Si trattava della maggior parte del suo venture capital.
Nato il 27 giugno 1930 a Texarkana, in Texas, Perot iniziò a lavorare fin da piccolo, distribuendo giornali, e trascorse alcuni anni in Marina prima di avere una breve esperienza lavorativa in IBM. Nel 1962 lanciò la propria società di elaborazione dati, chiamata Electronic Data System, che ha trovato clienti nel settore assicurativo. Venendola a General Motors nel 1986 guadagnò 1,5 miliardi di dollari. La sua impresa successiva, la Perot System, venduta a Dell Computer nel 2009, aveva un valore di 3,9 miliardi di dollari.
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