Il 19 agosto è morto John Warnock, 82 anni, co-fondatore di Adobe. La software house di San Jose (California) ha annunciato la morte del co-fondatore domenica, riferendo che si è spento circondato dalla sua famiglia, la moglie Marva Warnock e i tre figli.
Warnock ha co-fondato Adobe nel 1982 insieme a Charles Geschke (morto nel 2021), collega che lavorava con lui allo Xerox-Parc, azienda che i due lasciarono per dedicarsi allo sviluppo del linguaggio PostScript e dei font, contribuendo allo sviluppo del desktop publishing.
Warnock è stato CEO di Adobe fino al 2000, anno nel quale è andato in pensione; successivamente ha ricoperto fino al 2017 l’incarico di presidente del consiglio di amministrazione, e poi è rimasto nel comitato direttivo dell’azienda insieme a Geschke.
Warnock aveva una laurea in matematica e filosofia, nonché il Master of Science in matematica, oltre che un dottorato di Ricerca in Ingegneria Elettrica. È noto, tra le altre cose, per l’«algoritmo di Warnock» sfruttato per il calcolo del mascheramento nella computer grafica (un algoritmo che risolve il problema di renderizzare immagini complicate, attraverso una suddivisione ricorsiva di una scena).
Tra le sue intuizioni, la nascita del formato PDF (qui abbiamo raccontato la storia di come nacque). Nel 1983 John Warnock aveva lasciato la Xerox per fondare la Adobe Systems e mettere in commercio una stampante laser basata sul PostScript (linguaggio di descrizione della pagina interpretato, particolarmente adatto per la descrizione di pagine e immagini). Steve Jobs era al corrente del lavoro di Warnock, riuscì a trattare con lui e ottenere la licenza d’uso del PostScript dalla Adobe per produrre una stampante laser in casa Apple: l’inizio di una rivoluzione nota come desktop publishing.
In una nota inviata ai dipendenti, il CEO di Adobe Shantanu Narayen, ricorda che Warnock è stato fonte di ispirazione per decenni per la comunità Adobe e l’industria creativa in generale, “uno dei più grandi inventori della nostra generazione” che ha influenzato il modo in cui le persone comunicano. “Il suo spirito indomito, la passione, e confidare nella creazione di un’azienda con forti valori, ha influenzato tutti noi che hanno avuto la fortuna di lavorare in Adobe”, riferisce ancora Narayen, sottolineando di avere perso prima ancora che un modello e mentore, un amico.