Apple ha definitivamente abbandonato il 3D Touch. Ieri sera l’azienda ha confermato quel che si vociferava già ad aprile e che appariva ormai quasi certo due mesi dopo grazie ad alcuni indizi scovati in iOS 13. Come dicevamo ora è ufficiale: al suo posto c’è Haptic Touch.
Che sviluppare il 3D Touch sia stato tempo e risorse sprecate, come scrivevamo tra le nostre pagine esattamente un anno fa, è plausibile. Già lo scorso anno infatti, a soli tre dalla commercializzazione di questa tecnologia con iPhone 6s, Apple diede un primo segnale di abbandono introducendo l’Haptic Touch su iPhone XR e rendendo possibile la disattivazione del 3D Touch per tutti gli altri dispositivi.
Cambia il nome perché cambiano le tecnologie, ma in realtà fanno la stessa cosa e funzionano in modo pressoché simile. Entrambe cioè portano quel che potremmo definire in maniera spiccia “il tasto destro” su iPhone, espandendo così le notifiche o attivando particolari funzioni all’interno della stessa applicazione attraverso una differente pressione dello stesso pulsante.
Per fare questo il 3D Touch richiede però maggiore spazio fisico perché utilizza un sistema molto più complesso in quanto va ad analizzare la forza con cui l’utente esegue la pressione sullo schermo. In pratica un pulsante virtuale al quale in fase di sviluppo è stata associata anche una funzione secondaria può essere pigiato normalmente per attivare la funzione principale, mentre se schiacciato con forza grazie al 3D Touch si può attivare la seconda funzione.
Nell’esempio classico delle icone sulla schermata principale, con un normale tocco si avvia l’app mentre schiacciandola con più forza si accede al menù contestuale esternamente per poter poi attivare una particolare funzione dell’applicazione stessa (se avete un iPhone 6s o una versione successiva, provate a farlo con l’icona dell’app Fotocamera di Apple).
Haptic Touch, introdotto per la prima volta su iPhone XR e da oggi disponibile anche su tutti i nuovi iPhone – quindi iPhone 11, iPhone 11 Pro e iPhone 11 Pro Max – fa sostanzialmente la stessa cosa, ma lo fa in modo diverso. Il sistema infatti non è più in grado di riconoscere la pressione esercitata sul display perché mancano le tecnologie, ma il software permette semplicemente di abilitare la funzione secondaria di icone e pulsanti virtuali con una pressione prolungata. Al suo fianco c’è il motorino Haptic che Apple impiega già da anni per i sistemi di vibrazione del dispositivo per dare una conferma tattile dell’avvenuta attivazione della funzione, ma finisce lì.
Quel che cambia quindi è evidente: c’è un notevole risparmio sia in termini di componenti fisici che non devono più essere prodotti e, allo stesso tempo, un risparmio anche dal punto di vista dello spazio interno, che può essere così dedicato all’implementazione di altre tecnologie.