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Il governo giapponese starebbe per esaminare la fattibilità della cessione delle quote maggioritarie della divisione semiconduttori di Toshiba a Foxconn e TSMC e sarebbe anche pronto a mettere un veto. Il governo del Sol Levante sarebbe, infatti, preoccupato per i rischi di sicurezza che una simile cessione potrebbe portare e quindi ostacolare l’acquisizione invocando leggi valutarie e commerciali che renderebbero necessario controllare l’offerta in nome della sicurezza nazionale.
Una fonte non meglio precisata interpellata da Reuters ha spiegato che solo negli USA ci sono partner idonei “dal punto di vista della sicurezza nazionale”. Un portavoce di Toshiba riferisce che è “ovvio” ritenere le offerte statunitensi più idonee, poiché l’azienda si troverà probabilmente a combattere con il governo americano per la sua controllata, l’unità nucleare Westinghouse, che si starebbe avviando verso procedure fallimentari: un accordo con un’azienda USA per l’acquisizione della divisione memorie, potrebbe rendere più semplice le condizioni.
La vendita della divisione memorie di Toshiba nasce proprio da perdite e problemi, inaspriti (buco di bilancio da oltre 6 miliardi di dollari) con l’acquisizione della statunitense Westinghouse. A fare gola a TSMC e Foxconn sono le NAND Flash, un mercato che, a quanto sembra, è piuttosto remunerativo e permette ampi margini di guadagno. I due offerenti potrebbero entrare nel mercato delle NAND da proporre a clienti importanti come Apple insieme a processori, display, strutture di assemblaggio e ottenere utili aggiuntivi da investire nelle rispettive divisioni ricerca e sviluppo.
A gennaio di quest’anno si è vociferato che tra gli altri big interessati al business delle memorie in questione ci sono anche Western Digital e SK Hynix. La cordata guidata dai taiwanesi Foxconn e della connazionale TSMC consentirebbe loro di detronizzare Samsung nel campo delle memorie.