L’American Civil Liberties Union USA ha richiesto alla U.S. Federal Trade Commission di investigare sui ritardi con cui gli operatori statunitensi tendono a rilasciare gli aggiornamenti per gli smartphone Android; una problematica che secondo l’ACLU esporrebbe gli utenti a notevoli rischi per la privacy e la sicurezza.
L’associazione ha mostrato che ad oggi solo il 2% degli smartphone su reti USA è equipaggiata con un sistema operativo Android aggiornato, mentre in molti casi ci si trova di fronte a versioni di Android vecchie anche di due anni. In questi casi la mancanza di un aggiornamento tempestivo potrebbe dare vantaggi ad hacker malintenzionati, che avrebbero la possibilità di sfruttare le falle di versioni troppo datate dei sistemi operativi.
Sprint e Verizon hanno replicato sostenendo di fare il possibile per rilasciare gli aggiornamento in maniera tempestiva e seguendo le procedure indicate, ma gli osservatori sostengono che tali ritardi evidenziano la difficoltà da parte degli operatori di mantenere il passo nei confronti della rapida evoluzione del mercato smartphone.
In USA l’aggiornamento dei dispositivi Android è un processo a tre passaggi: il rilascio della nuova versione da parte di Google, l’adattamento del OS da parte dei produttori anche su indicazione dei carrier e il rilascio di questi ultimi. Cosa che non succede ad esempio per iOS, dove l’aggiornamento arriva sui dispositivi degli utenti direttamente dai server di Cupertino.