Apple ha risparmiato decine se non centinaia di milioni in costi legali e per questo ha deciso di chiudere il caso con Creative versando 100 milioni di dollari alla società che l’aveva querelata, portandola in tribunale, con l’accusa di avere copiato l’interfaccia di iPod. Questo quanto si apprende dai primi commenti scaturiti a margine dell’accordo ufficializzato nel corso della serata di ieri grazie al quale Cupertino mette fine alla controversia legale con la società di Singapore, sua concorrente nel campo dei player di musica digitale.
A riferire la ferrea volontà di Apple per superare la vicenda è la portavoce Katie Cotton secondo la quale l’obbiettivo era quello di ‘continuare ad innovare ed evitare il pagamento di decine, se non centinaia di milioni di dollari in spese per le consulenze legali’. Di qui la scelta di scendere a patti con Creative, questo nonostante Apple continui ancora oggi a ritenere infondate le accuse di avere copiato l’interfaccia di iPod da quella dello Zen, come si intuisce dalle dichiarazioni di Jobs che definisce la controparte come ‘fortunata’ per avere semplicemente registrato il brevetto prima di altre realtà che la utilizzano. Il brevetto in questione, in effetti, (in pratica quello che permette, ad esempio, di passare da una lista per genere a quella per artista e da quella per artista ai brani) appare più il frutto di una intuizione alla portata di tutti che di uno studio accurato, ma la legge americana permette di usare lo strumento del brevetto per coprire anche questa tipologia di prodotti dell’intelletto.
Un altro fattore che potrebbe avere spinto Apple a chiudere il caso con Creative potrebbe essere, secondo Mike McGuire di Gartner, anche la necessità di concentrarsi sulla concorrenza con Microsoft che si appresta ad entrare nel mercato dei player. Infine un altro fattore incentivante è stata, secondo altri osservatori, come Tim Bajarin di Creative Strategies, il costo tuttosommato relativo per le casse di Apple (che ha liquidità per 9,2 miliardi di dollari). ‘Non si tratta di spiccioli ‘ dice l’analista ‘ ma è un prezzo relativamente basso per quelle che Apple ottiene’.
La stessa Apple ritiene economico l’accordo sia perché in cambio vede entrare nel campo dei suoi clienti del programma ‘Made for iPod’ una realtà come Creative (il che significa soldi per la concessione della licenza) sia perché i 100 milioni di dollari danno alla Mela la possibilità di diluirne l’impatto su vari anni, visto che le sarà possibile usare l’interfaccia su tutti i suoi prodotti, anche quelli a venire.
Da parte sua Creative, sostengono gli analisti, potrebbe avere accettato l’accordo su basi non così favorevoli come si sarebbe potuto pensare sulla scorta della rilevanza della controparte. Portare Apple, il più importante produttore di lettori MP3 al mondo, a pagare 100 milioni di dollari per usare l’interfaccia significa mettere le basi per avere accordi simili anche con i contendenti più piccoli. L’ipotesi di altre cause simili a quella intentata contro Apple è stata esplicitamente avanzata nei mesi scorsi da Creative.
La società di Singapore non ritiene neppure così problematico il fatto di dover vestire due ruoli apparentemente inconciliabili quello di concorrente e di alleato di Apple, visto che deve sostenere i suoi Zen ma anche produrre accessori per iPod. ‘La maggior parte dei nostri prodotti ‘ ha detto Phil O’Shaughnessy, un portavoce di Creative ‘ sono già compatibili con iPod e con Zen. Si tratta di una opportunità di rafforzare ulteriormente la nostra posizione’.
L’accordo tra Apple e Creative ha determinato un robusto ottimismo degli investitori sul titolo di Creative. Nel mercato ‘after the bell’ le azioni CREAF stanno ora segnando un significativo +35%. Quasi nessun impatto invece sui corsi di Apple che perdono lo 0,24%.