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Accordo del G20 per far pagare più tasse ad Apple e colossi hi-tech

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Spesso la percentuale di tasse e il totale delle imposte corrisposte dalle multinazionali è inferiore a quello versato da privati e piccole società, questo per la possibilità di sfruttare scappatoie fiscali a livello internazionale: l’argomento è emerso più volte a livello locale in diversi paesi ma ora per la prima volta il G20 ha trovato un accordo stabilendo due criteri fondamentali.

Due pilastri per una nuova normativa fiscale internazionale che punta a una imposizione più consistente e più equa per Google, Amazon, Facebook e Apple e non solo. L’obiettivo è quello di arrivare a una nuova regolazione comune internazionale per le imposte sulle società, con una formulazione completa entro il 2020 che possa entrare poi effettivamente in vigore nel 2021. Si tratta di due pilastri stabiliti dai ministri delle finanze del G20 riunitisi nelle scorse ore a Fukuoka in Giappone.

Il primo pilastro è quello di dividere i diritti per tassare una azienda in base a dove i suoi beni e servizi sono venduti nel mondo, indipendentemente da dove si trova il suo quartier generale o anche se la società non ha alcuna presenza locale.
tasse 900Invece il secondo pilastro prevede una tassa minima globale, ed è pensato per essere applicato se in qualche modo la società riesce ad aggirare il primo pilastro, per esempio sfruttando i paradisi fiscali. Trattandosi di un primo accordo e di principi generali, per il momento non sono state indicate percentuali e valori numerici.

Nella riunione che ha portato alla creazione dei due pilastri si è verificato uno scontro tra gli USA da una parte e Francia e Regno Unito dall’altra. I due paesi europei da tempo sono i principali sostenitori di nuove regole per la tassazione delle multinazionali e per la formulazione di accordi internazionali in questo campo. Sull’altro versante invece gli USA temono che un nuovo regime di tassazione internazionale punti a colpire principalmente multinazionali e colossi hi-tech statunitensi.

Nel corso delle riunione del G20 e delle dichiarazioni seguenti più volte è stato indicato l’acronimo GAFA, dalle iniziali di Google, Amazon, Facebook e Apple, le società hi-tech più grandi e famose a cui le nuove regole mirano, come riporta Reuters, anche se naturalmente i due pilastri e il nuovo regolamento puntano a una tassazione più equa di tutte le multinazionali che sfruttano scappatoie e paradisi fiscali.

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