Benché pensati per usi diversi, Watson e Siri potrebbero in qualche modo integrarsi mettendo nelle mani dell’utente potenti funzioni di cognitive computing. Azzarda questa previsione Venture Beat, illustrando le potenzialità della fusione tra i due sistemi. La tecnologia di Big Blue prende il nome dal fondatore di della società, Thomas J. Watson , ed è stata sviluppata nei laboratori di ricerca IBM. Con un linguaggio di elaborazione e un’analitica naturale, è in grado di elaborare informazioni analizzando e rendendo possibile l’interpretazione di grandi quantità di dati. Erogato dal cloud è in grado di “alimentare” servizi e app. È in grado di rispondere a domande complesse, poste in un linguaggio naturale con rapidità e precisione (è stato messo alla prova vincendo la sfida contro Ken Jennings e Brad Rutter, due famosi campioni del telequiz americano Jeopardy), ed essendo disponibile come piattaforma di sviluppo nel cloud, Apple potrebbe sfruttarlo per integrare in Siri funzioni d’intelligenza cognitiva.
Watson è stato usato in vari ambiti, risolvendo problemi, offrendo consigli, aiutando le decisioni d’acquisto e si è rivelato utile anche in ambito medico scientifico, aiutando medici e ricercatori ad ampliare le opzioni di trattamento, ad abbinare i pazienti alle sperimentazioni cliniche, ecc.
Siri non è molto “intelligente” poiché al momento si limita ad analizzare i dati resi disponibili da partner quali Yelp (per informazioni di carattere commerciale come i ristoranti nelle vicinanze) e Rotten Tomatoes (recensioni cinematografiche) ma non è in grado di analizzare big data in modo autonomo. Sarà interessante vedere se IBM e Apple hanno previsto simili possibilità. Provate a immaginare cosa potrebbe fare la miscela Waton+Siri applicando la logica del cognitive computing anche solo alla posta in arrivo, ai calendari e a quant’altro può essere memorizzato ed elaborato nel cloud.