L’indagine sui presunti accordi fiscali tra Apple e Irlanda a favore di Cupertino è stata ulteriormente estesa. L’ampliamento del fronte dell’inchiesta che, lo ricordiamo è stata avviata nel 2014, è riportata dal Financial Times e provocherà senz’altro un allungamento dei tempi dell’indagine. Un verdetto sul caso degli accordi fiscali tra Apple e Irlanda era atteso inizialmente entro la fine di quest’anno, ma la complessità delle indagini aveva già fatto slittare il termine alle prime settimane del 2016.
Ora si apprende che la Commissione Europea ha inoltrato una corposa serie di nuove domande e richieste di documenti e informazioni a Dublino che non solo approfondiscono le linee dell’indagine già note ma che potrebbero aprire nuovi scenari, approfondimento ed estensione che richiederanno più tempo del previsto prima di poter arrivare a un verdetto.
La notizia sembra sia stata accolta con un sospiro di sollievo dal governo attuale e dalle forze politiche irlandesi che si stanno preparando per le votazioni che molto probabilmente avverranno nei primi giorni di febbraio. In caso di un verdetto negativo infatti il governo dovrebbe giustificare il proprio operato nei confronti dell’opposizione.
Al centro dell’indagine della Commissione Europea c’è l’ipotesi di aiuti di stato non autorizzati a favore di Apple che avrebbe corrisposto una aliquota fiscale del 2,5% contro quella societaria standard del 12,5%. In caso di verdetto negativo la colpa ricadrebbe sull’Irlanda ma Apple potrebbe essere chiamata a versare diversi miliardi di euro in tasse arretrate.