Di un abbonamento Apple per riviste, giornali e notizie sentiamo parlare da tempo, ora si apprende che l’equivalente di Apple Music per l’informazione potrebbe già arrivare entro la primavera del 2019. Questo se Cupertino riuscirà a superare le preoccupazioni e la diffidenza degli editori.
A fronte di un pagamento unico mensile in abbonamento, presumibilmente a prezzo abbordabile, il servizio in arrivo permetterà di accedere a centinaia di riviste e giornali, incluse alcune delle principali testate non solo statunitensi ma anche quelle proposte da altri editori top nel mondo. Questo l’obiettivo in teoria, come era già proposto da Next Issue Media tramite l’app Texture, entrambe acquisite da Cupertino nel mese di marzo di quest’anno per una somma imprecisata.
Le indiscrezioni sul possibile arrivo di un servizio in abbonamento Apple per le riviste, forse integrato direttamente in Apple News, si sono intensificate proprio con l’acquisizione di Texture, perché proprio questa è la formula proposta dalla piattaforma digitale ora di proprietà Apple. L’utente pagava 9,99 dollari al mese per poter leggere Vogue, Rolling Stone, National Geographic, GQ, Sports Illustrated, Wired ma anche Bloomberg Businessweek, ESPN, People, Men’s Health e decine e decine di altre testate celebri nel mondo.
Ma mentre il servizio originale di Texture era stato ideato e voluto dai principali colossi dell’editoria USA, tra cui Condé Nast, Hearst, Meredith, Rogers Media e KKR, il passaggio ad Apple e la sua riformulazione in ottica ecosistema della Mela, sembra stia destando preoccupazioni tra gli editori. Questo soprattutto per quanto riguarda il possibile calo delle stesse pubblicazioni tramite siti web e la cessione del controllo di abbonamenti e utenti ad Apple.
Come è già successo in passato per la musica, gli editori prevedono che gli utenti si abboneranno a un solo servizio, presumibilmente quello in abbonamento Apple, tralasciando l’accesso a pagamento alle testate online. Stando a quanto segnala Bloomberg, il team di Eddy Cue, responsabile della divisione servizi di Cupertino, è impegnato a convincere gli editori che il calo dal web sarà più che compensato dal maggior numero di utenti.
Non è ancora chiaro come Apple suddividerà i ricavi degli abbonamenti tra le varie testate ed editori. Se seguirà il modello di Texture la quota verrà calcolata in base al tempo che l’utente spende su una determinata rivista o contenuto.
Il lancio di un abbonamento Apple per riviste, giornali e notizie non solo è anticipato da anni, ma rientra nell’obiettivo della società di raddoppiare il proprio fatturato della divisione servizi entro il 2020, risultato considerato già da tempo alla portata della multinazionale di Cupertino. Stesso discorso per il servizio in abbonamento Apple per contenuti originali e TV, simile a Netflix e Amazon Prime Video, anche questo atteso nel 2019.