La pressione sulle politiche di Apple in merito ad alcune delle regole imposte agli editori che vogliono vendere abbonamenti a riviste da leggere su iPad (e iPhone) pare avere prodotto un primo effetto: Cupertino, silenziosamente, ha modificato le linee guida che regolano gli abbonamenti in-app (ovvero direttamente da dentro un’applicazione) dell’App Store. In particolare ora nelle norme non si parla più nè di vendita di abbonamenti fuori dall’app allo stesso prezzo (o superiore) a quelli venduti in app nè si chiede più che se c’è la possibilità di abbonarsi fuori dall’app questa opportunità debba essere offerta anche all’interno del’app; l’unica condizione rimasta è che nell’app non vi sia alcun link o pulsante che reindirizzi l’utente verso una pagina Web esterna dove si può sottoscrivere un abbonamento.
Tradotte in pratica le nuove disposizioni permetteranno a chi pubblica riviste di vendere abbonamenti che poi possono essere “riscossi” dentro ad un’app o di vendere abbonamenti da dentro all’app ad un prezzo maggiorato per fare fronte alla percentuale (30%) che dovrà essere passata ad Apple.
L’obbiettivo di Cupertino è chiaro: limitare le proteste degli editori di giornali che erano stati molto critici sulla stretta imposta nelle passate settimane al punto che qualcuno di essi aveva deciso di abbandonare lo store lanciando una Web App (è stato il caso del Financial Times). Apple potrebbe essere anche stata spinta a questa scelta da un clima sfavorevole che sta montando anche sul fronte dell’antitrust americano. L’organismo che regola la concorrenza in febbraio fatto sapere di avere lanciato una indagine preliminare per verificare se esistesse la materia di una indagine formale sulle politiche inerenti gli abbonamenti imposte gli editori.