Limita i danni il titolo AAPL. Le azioni di Cupertino che tutti pronosticavano sotto forte pressione in conseguenza delle notizie sulla salute di Jobs, sono partite male ma non malissimo, hanno avuto una seduta tormentata (con oscillazioni fino al -6%) ma non come ci si attendeva dopo i -10% della notte e hanno chiuso con un tutto sommato non disastroso -2,29%.
Le ragioni per cui gli investitori non hanno punito duramente i corsi di Apple sono diverse. La principale è che probabilmente il titolo incorpora già il fattore ‘salute Jobs’. Per questo non hanno scosso eccessivamente il mercato né i downgrade fissati da alcune società di investimenti, né le opinioni di diversi analisti (Charles Wolf e Shebly Seyrafi, ad esempio), secondo i quali ben difficilmente Jobs tornerà al suo posto. Una seconda ragione potrebbe avere a che fare, invece, con le espressioni di fiducia sul management che ha in carico al gestione delle operazioni di Apple e che potrebbe assumere l’incarico in via definitiva se Jobs non tornerà più davvero al suo posto. In pratica c’è la convinzione che il management della Mela sia perfettamente in grado di continuare, anche in assenza di Jobs, la saga di un’azienda che nel corso della sua storia si è distinta per innovazione capacità visionarie.
A queste condizioni in primo piano tornano i risultati fiscali e i piani di sviluppo di Apple e quindi sotto osservazione ci sono i dati che verranno resi noti il prossimo mercoledì, 21 gennaio. In particolare sono le previsioni sul trimestre in corso ad essere cruciali per il valore del titolo; fino ad allora è possibile che, fatto salvo altre notizie impreviste, AAPL resterà ancorato all’attuale quota 80/85 dollari.