Larry Ellison, co-Fondatore e CEO della Oracle Corporation in merito alla vicenda del licenziamento di Mark Hurd, questa estate bollò senza mezzi termini la scelta del consiglio di amministrazione HP definendo “deficienti” i membri del consiglio. Una scelta simile, disse Ellisson, “è la peggiore decisione concernente il personale da quando gli idioti nel consiglio di Apple licenziarono Steve Jobs diversi anni fa”.
Ellison è amico sia di Jobs, sia di Hurd (quest’ultimo è stato da qualche tempo assunto come co-CEO in Oracle). La decisione non è piaciuta a HP e quest’ultima ha più volte ripetuto che l’assunzione viola un accordo di non concorrenza tra le due società. Dopo un periodo di relativa calma, Ellison si fa di nuovo sentire parlando della recente assunzione di Leo Apotheker, [nella foto a destra] ex CEO di SAP (principale società concorrente di Oracle nel mondo business), presso la quale è stato per sette mesi.
In un’e-mail inviata al Wall Street Journal, Ellison afferma di essere “senza parole”. E ancora, dice: “HP aveva diversi buoni candidati in casa … ma ha preferito scegliere una persona che è stata recentemente licenziata per aver fatto un pessimo lavoro a capo di SAP”. Ellison affonda il coltello affermando che “Nessun membro del consiglio di amministrazione di HP ha evidentemente molte azioni dell’azienda e per questo dunque hanno poco da perdere; ma HP, dipendenti, clienti, partner e azionisti soffriranno. Il consiglio di HP dovrebbe dimettersi in massa … subito. Questa follia deve finire”.
Apotheker, in effetti, ha lasciato l’incarico a causa dei non soddisfacenti risultati dal punto di vista degli utili. Per HP, invece, il manager è stato scelto “per le sue visioni strategiche coniugate alla passione per la tecnologia”.
Il mercato azionario non ha nel frattempo accolto il nuovo CEO HP in modo entusiasta: le azioni della società sono calate del 4% dall’annuncio della nomina bruciando 4,45 miliardi di dollari dalle tasche degli azionisti. Un portavoce di HP ha affermato che le parole di Ellison non meritano l’onore di una risposta.
[A cura di Mauro Notarianni]