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A fine mese il concerto degli ABBA come avatar virtuali

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Forse i giovanissimi non hanno mai sentito parlare degli ABBA se non per il revival dovuto ai film basati sulle loro canzoni come “Mamma mia!” del 2008 e relativo sequel del 2018 ma il gruppo svedese ha spopolato in tutto il mondo con un pop orecchiabile che gli ha permesso di vendere qualcosa come 400 milioni di dischi.

Dopo lo scioglimento del gruppo, gli ABBA hanno rifiutato qualsiasi tipo di reunion e concerto ma a fine maggio appariranno su un palco come avveniristici ologrammi, una idea dell’imprenditore britannico Simon Fuller che permetterà al pubblico di tornare in qualche modo a vedere il gruppo musicale svedese che, nonostante l’assenza dalle scene, continua ad avere successo e vendere, ed è tra i più celebri esponenti della musica pop internazionale.

Rolling Stone racconta in che modo avverrà l’esibizione degli avatar, con i musicisti che si esibiranno grazie a rappresentazioni virtuali che consentiranno di raffigurarli esattamente com’erano all’apice del loro successo, nel 1978, un mash up tra digitale e reale grazie al quale i componenti del gruppo sembreranno esibirsi realmente sul palco, con l’aspetto che avevano più di 40 anni addietro.

Il concerto del 27 maggio in programma al Queen Elizabeth Olympic Park di Londra (per l’occasione rinominato Abba Arena) è già sold-out da tempo, con biglietti venduti a mille sterline cadauno (circa 1200 euro). Il progetto Voyage – racconta Rolling Stone – è stato realizzato con l’aiuto della Industrial Light & Magic (ILM) di George Lucas, nota per gli effetti speciali di film quali quelli della saga di Guerre Stellari, Jurassic Park, della trilogia di Ritorno al futuro e tanti altri ancora, e alla sua prima incursione nel mondo della musica.

È stato necessario riprogettare tre volte la copertura dell’ABBA Arena per poter adattare il complesso sistema di luci; se nei concerti si ricorre normalmente a un singolo impianto di illuminazione, per l’evento dedicato agli ABBA sono ben 20 i sistemi rig allestiti.

Per creare gli “ABBA-tar” (gli avatar dei componenti della band), i quattro membri del gruppo si sono incontrati prima della pandemia tutti i giorni dalle 10 di mattina alle 5 di pomeriggio per quattro settimane e mezza, esibendosi inquadrati da 200 diverse telecamere, coadiuvati da una troupe di 40 di persone che – grazie a tute con speciali sensori – ha catturato i loro movimenti, permettendo di trasferirli agli ologrammi che saliranno sul palco al loro posto.

A fine mese il concerto degli ABBA come avatar virtuali

Il particolare concerto non è facile da spiegare – riferisce Benny Andersson (voce, pianoforte, tastiere e altri strumenti del gruppo) – perché è qualcosa di mai tentato prima, una sorta di magia che ha consentito di fondere l’anima attuale con le controparti digitali dell’epoca. “Non chiedetemi come funziona perché non sono in grado di rispondere, ma se hai 75 anni non puoi metterti a saltare sul palco come quando ne avevi 34”, ha dichiarato Andersson spiegando il perché della scelta di questo particolare concerto.

Il produttore Ludvig Andersson (figlio di Benny Andersson), riferisce che l’espressione “nuova era dell’intrattenimento dal vivo” ripetuta da molti non basta, perché si tratta di qualcosa di unico, mai tentato prima.

Nonostante la lunga assenza dalle scene, come riferito prima gli Abba continuano ad avere successo come sempre: basta vedere gli impressionanti numeri delle loro visualizzazioni su YouTube o gli infiniti contenuti con l’hashtag #ABBA su TikTok, che superano il miliardo di visualizzazioni.

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