C’era una volta il MacBook 12. Il piccolo, piccolissimo di Apple. Il computer che peraltro alcuni della redazione di Macitynet hanno comprato diversi mesi fa, dopo anni di attesa, pensionando il vetusto MacBook Air 11 pollici del 2011. Un computer, l’Air 11, che aveva ancora molto da dire, soprattutto grazie al processore Intel Core i7 e ai 4 GB di RAM. Ma che, dopo il cambio della batteria, aveva cominciato a manifestare problemi anche alla tastiera, scaldava molto e tutto sommato non stava più andando come avrebbe dovuto. Insomma, povero MacBook Air 11, compagno di tanti viaggi e di tante battaglie.
Benvenuto invece al nuovo MacBook 12. O no? Mettiamola così: il computer perfetto non esiste. Non solo perché le esigenze sono diverse, cambiano da persona a persona, ma anche perché nel cammino verso la macchina che permette di fare qualsiasi cosa ci sono avvicinamenti e allontanamenti. Il MacBook dodici pollici sembra in buona parte un allontanamento. Certo, le dimensioni sono più ridotte. Però è il resto che è diventato un problema.
Le due ragazze vicino al cronista, nel co-working dove la redazione si trasferisce durante il periodo invernale (d’estate nei parchi e giardini non c’è panchina dove non trovate un redattore di Macity, d’inverno nei bar e negli spazi comunali) hanno tirato fuori un MacBook Air 13 e un MacBook Air 11 entrambi “vintage”. Perché si sa, gli studenti non hanno molti soldi e i computer devono durare tanto oppure arrivano usati, di seconda mano, magari da qualche genitore che coglie l’occasione per aggiornare.
La differenza con il MacBook 12″ è evidente: il “nuovo” piccolissimo di Apple è super portatile, ha colori gradevoli di interfaccia, ma ha anche la brutta abitudine a finire presto la batteria. E a fare rumore. Perché la sua tastiera è alquanto rumorosa, sia la versione uno che la versione due della ultrapiatta con attuatori dei tasti a farfalla. Tutto negativo? Beh, no. Ha lo schermo Retina con quel pollice in più che rende davvero usabile la taglia “mini”. Una volta passati dagli 11 pollici ai 12, non si torna più indietro. Questo è certo.
Tutto questo sarebbe stato il mondo fino a ieri l’altro, con i pro e i contro, se non fossero successe alcune cose. La prima è che i MacBook Pro 13 pollici con e senza Touch Bar, sono diventati più compatti e usabili anche in mobilità. Certo, costano molto cari, ma offrono potenza, una certa autonomia (che nelle nostre prove è paragonabile a quella del MacBook dodici pollici negli utilizzi più light) e maggiore flessibilità di utilizzo. Senza contare che il MacBook 12″ ha anche un cartellino del prezzo alquanto elevato, tale da metterlo in continuiità di prezzo con i MacBook Pro. Fino a ieri l’altro, almeno.
Perché adesso è sceso in campo il MacBook Air 13 presentato da Tim Cook la settimana scorsa e che arriverà nei negozi mercoledì 7 novembre. Un MacBook Air con un cartellino del prezzo molto più ragionevole (nonostante le polemiche sui rincari del 10% e cose del genere) e un processore molto più sensato. Sempre classe “Core M” ma nella nuova versione “Core i” che permette migliori performance e grandi risparmi energetici. E il processore Apple T2 (qui tutte le funzioni svolte), che come sappiamo e abbiamo scritto più volte è la vera magia nella attuale generazione di prodotti Apple.
Il T2 velocizza tutto, rende tutto più sicuro, trasforma le macchine. A ben guardare i primi MacBook Pro 13 e 15 “nuova serie (del 2016), che avevano per la prima volta sia Touch Bar che Touch ID, avevano un problema di consumi legati alla striscia probabilmente perché la prima generazione del chip, il T1, non era performante come l’attuale. Anzi. Adesso invece è una vera e propria rivoluzione, grazie al controller proprietario di Apple che muove tutto molto meglio.
Con un neonato fratello maggiore come il MacBook Air, l’attuale MacBook dodici pollici perde completamente di senso. Costa troppo per quello che dà, e sostanzialmente ha tecnologie di ieri. I tasti sono rumorosi, e questo è un problema, perché questo tipo di macchina viene comprata prevalentemente da chi deve scrivere molto, viste le ridottissime dimensioni e la scarsa potenza: per cose più interattive o grafiche ma senza scrivere molto c’è l’iPad Pro 11 o 12,9.
E poi, non c’è il chip T2, inoltre il processore principale ha ormai davvero troppo poca potenza e un consumo superiore rispetto alla CPU di ultima generazione implementata nel nuovo MacBook Air 2018. La memoria e l’architettura della macchina sono molto vecchie. Insomma, tutto lascia pensare che si dovrebbe ripensare da capo il MacBook 12″, magari “promuovendolo” ad Air, con variante 12 pollici, e buona pace delle finora tre generazioni di macchine senza suffisso alcuno.
Succederà? Quando succederà? Lo spazio ci sarebbe, probabilmente è necessario un redesign più approfondito che non un semplice speed-bump. Ma si può fare con serenità e fermezza una affermazione netta: l’attuale MacBook dodici pollici non è più una macchina da comprare. Ahimé, disse il cronista mentre scriveva queste parole sul proprio, costoso MacBook dodici pollici del 2017.