Mossa calcolata, prevista e in qualche modo annunciata. Mossa rischiosa, pericolosa o richiamo alla realtà . Mossa che forse potrebbe mettere una seria ipoteca sulla vita futura del neonato iPhone. Arriva l’iPod Touch e con lui arrivano anche segnali piuttosto univoci sul significato dell’acquisto di uno dei nuovissimi apparecchi telefonici di Apple.
La drammatica riduzione di prezzo, quasi della metà togliendo 200 dollari, fa pensare che la produzione in massa permetta ad Apple notevoli economie di scala da un lato ma che dall’altro ci sia anche una decisa erosione dei suoi margini nella speranza di mantenere un livello di vendite sostanzioso. In effetti, come sostengono alcuni analisti, iPhone ha cominciato a mostrare segni di rallentamento fin da subito. E nonostante l’1,8% dei telefoni cellulari venduti in questo trimestre negli Usa siano stati marchiati dalla mela di Apple, c’è chi sostiene che i 750 mila apparecchi venduti, con il milionesimo in arrivo sugli scaffali a settembre, siano più che altro la dimostrazione dell'”effetto Macintosh”.
In sostanza, quando il Mac ha iniziato la sua carriera nel 1984, dopo i primi mesi di vendite più che robuste, ha accusato un forte stallo che si è tradotto in una quasi immobilità del listino vendite fino al 1986 con il Macintosh II. Gli storici di Apple richiamano la mancanza di una vera e propria killer application (cioè di qualcosa tra gli applicativi a disposizione che facesse davvero la differenza, al di là delle dotazioni “di serie” del nuovo sistema operativo dotato dell’allora rivoluzionaria interfaccia grafica) che per un periodo abbastanza lungo tenne lontano il pubblico “di massa” dall’apparecchio. Furono Microsoft e i prodotti Ibm-compatibili ad allargare sostanzialmente il mercato (Apple lo immaginava, in netto anticipo sui tempi, come un mercato domestico di appassionati) riuscendo a conquistare l’attenzione, la fiducia e alla fine i soldi delle imprese che cominciarono a sostituire negli uffici le macchine per scrivere con i Pc.
Cosa stia succedendo con iPhone e iPod è ancora molto presto per dirlo. Intanto perché i due apparecchi, per quanto “sovrapponibili” nelle preferenze di acquisto da parte di molti utenti, in realtà combattono due mercati differenti. Da un lato iPhone fronteggia Nokia, Motorola, i grandi coreani e una pletora di altri produttori di apparecchi telefonici senza fili che sono strettamente legati da relazioni (alle volte un po’ incestuose) con i colossi del mercato della fornitura di linee telefoniche, cioè le compagnie nazionali. Dall’altro, iPod Touch è il nuovo alto di gamma, piuttosto differente dai suoi fratelli minori, della gamma iPod. E quindi non è quello destinato a vendere “più di tutti”, dato che nelle cifre di vendite di Apple questo primato spetta stabilmente all’iPod nano. Singolare, oltretutto, perché il “piccoletto di mezzo” del catalogo di Apple non è il rappresentante iconico della generazione omonima, nonostante sia l’iPod che numericamente la definisce.
L’arrivo delle suonerie telefoniche, legate al catalogo musicale di iTunes, è una novità di tutto rilievo perché potrebbe consentire ad Apple di aprire un nuovo fronte e di conquistare notevoli fasce di mercato nel settore della redditività dei prodotti aggiuntivi “after-market” della telefonia mobile. Ci sono intere società che campano (in maniera un po’ piratesca) realizzando questi tipi di prodotti e servizi per la vendita diretta o per l’integrazione all’interno dei servizi dei carrier telefonici. Apple conferma anche in questo caso di essere un mondo a parte, strettamente integrato con se stesso e capace di portare avanti la sua strategia incentrata quanto più possibile nel cross-selling, la vendita incrociata di più prodotti e servizi ai suoi clienti, elevandola allo stato di arte soprattutto visto il rischio implicito di questa strategia, cioè la cannibalizzazione di un prodotto con un altro in parte sovrapponibile. Sono margini di manovra molto stretti che richiedono coraggio e una ferrea ed acuta percezione del polso del mercato.
Infine, la possibilità di accedere a un iTunes Wi-Fi Store è la terza, clamorosa novità degli utenti di iPod e iPhone, perché svincola virtualmente dalla necessità di utilizzare un personal computer (Mac o Pc) e godere lo stesso di quasi tutto quel che si può fare con un lettore digitale multiuso e multifunzione, cioè una “Post Pc Device”. Lo svincolamento non è a dire il vero totale, perché per l’attivazione e l’impostazione dell’iPod e soprattutto dell’iPhone sono necessari un computer e un account su iTunes Store. Tuttavia, il passaggio è di notevole importanza e anche da un punto di vista tecnico ha posto ad Apple un notevole sforzo tecnologico che probabilmente verrà ripagato abbastanza alla svelta. La possibilità di effettuare acquisti ancor più “emotivi” e d’impulso da parte dei consumatori dovrebbe aggiungere in media qualche brano in più a tutti gli iPod e iPhone in circolazione, trasformando statisticamente questi numeri in milioni di nuovi brani venduti al mese.
Il momento di cambiamento (perenne) di Apple continua, con nuove prospettive che l’iPod Touch amplia. Anche le funzioni di agenda, orologio con più fusi orari e rubrica – come mostrato dalle icone presenti sull’interfaccia durante la presentazione di Steve Jobs a San Francisco ieri – e la possibilità di aggiungere giochi nonché di scaricare nuove funzioni quando si renderanno disponibili permette di immaginare che la nuova strategia sarà basata su un inedito (per il mercato) equilibrio tra hardware, software e servizi. Qualcosa che sinora non è mai stato visto e che potrebbe permettere una crescita nei prossimi cinque anni difficilmente immaginabile oggi.