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Zune, nuovi problemi per il lettore Microsoft

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Microsoft se non ci fosse probabilmente bisognerebbe inventarla. Perché chi passa le sue giornate al sicuro dai prodotti – hardware e software – dell’azienda di Bill Gates poi ha bisogno di divertirsi. E anche l’ultimo giorno del 2008 il divertimento arriva.

In breve: il 31 dicembre una buona parte degli Zune commercializzati, circa 1 milioni di possessori del primo modello da 30 Gigabyte sui tre milioni venduti in tutto negli Usa, hanno smesso di funzionare. Per 24 ore non c’è stato verso: accendere, spegnere, resettare, tirare, spingere, sbattere. Lo Zune era come morto, testimoniano anche i più immarcescibili tra i pasdarà n del mattone made in Redmond.

Il problema era l’ennesimo baco nel software compilato da Microsoft. Lo Zune, in buona sostanza, non sa cosa siano gli anni bisestili. Quando si trova di fronte a un anno come il 2008, che aveva febbraio di 29 giorni, arrivato alla sera del 30 dicembre si sente pronto a cambiare e passare all’anno successivo. Peccato che il calendario programmato all’interno del software gli dica che c’è ancora un giorno che appartiene ai 12 mesi con la data precedente. E lui, il piccolo mattoncino di Microsoft, per non saper né leggere né scrivere cosa fa? S’impianta. E non fa più niente. Crasha.

In pratica, lo Zune non concepisce che ci siano anni con 366 giorni e si rifiuta di funzionare nelle 24 ore supplementari e per lui illegittime. Forse vendetta di qualche sindacalista digitale, il fenomeno è stato notato dai (pochi) utilizzatori dell’apparecchio e ha cominciato a circolare su Internet con insistenza durante l’ultimo giorno dell’anno, spingendo la stessa Microsoft a svelare l’arcano. Secondo un analista, Matt Rosoff, dell’azienda di ricerca dedicata ai prodotti e alla performance della casa di Redmond, cioè “Directions on Microsoft”, “non si era mai sentito parlare in tutta la storia dell’informatica di un apparecchio per l’elettronica di massa che avesse un problema così radiacle su così ampia scala”.

La botta d’immagine negativa aggiunge solo carburante alla cattiva pubblicità  che lo Zune ha raccolto sinora. Preso in giro da generazioni di comici, giornalisti e blogger, lo Zune non è mai riuscito a superare il 3% del mercato in cui Apple la fa da padrona con gli iPod (70%) e in cui anche SanDisk con la sua serie di lettori Sansa controlla un più che rispettabile 10%. Il blocco improvviso, repentino e ingiustificabile per un apparecchio destinato al mercato dell’elettronica di massa (quello di lavatrici, microonde e videoregistratori, tre categorie programmabili con orologio interno e che non si sono mai bloccate in massa negli anni bisestili) sicuramente contribuirà  a restituire giustizia e aprire gli occhi anche a quello sparuto 3% del mercato.

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