Procede l’ascesa dei servizi video online, categoria rappresentata da quel YouTube che ha aperto le porte della rete ai servizi di uploading video che fanno affidamento soprattutto su una filosofia di “user generated content”.
Le stime di una ricerca della società Pew Internet & American Life Project, ricerca condotta telefonicamente su 1300 “web surfer” americani, conferma che nel giro di un anno, l’abitudine di consultare servizi di filmati online è sostanzialmente quasi raddoppiata.
Se rispetto al 2006 gli intervistati che hanno ammesso di frequentare siti come YouTube sono passati dal 33% al 48%, emerge anche che coloro che hanno ammesso di aver visitato tali siti il giorno prima dell’intervista sono passati dall’8% al 15%.
Ovviamente la parte del leone la fanno gli uomini al di sotto dei 30 anni, il 30% dei quali sono visitatori abituali di servizi video almeno una volta al giorno; percentuale che scende di poco al 25% nel caso della totalità degli uomini.
Crescono anche altre categorie: le donne del 120%, gli studenti pre-universitari del 160% e del 100% le persone fra i 30 e i 49 anni.
Interessanti anche le cifre che indicano l’abitudine non solo a fruire, ma anche a caricare i propri video online, che racimola un 14% del totale.
La crescita è in parte dovuta all’aumento di abbonati in banda larga, passata in un anno dal 45% al 54%, condizione infrastrutturale necessaria per la fruizione di tali tipologie di servizi, decisamente “banda-larga-dipendenti”.
Condizione tecnica a cui si somma il crescente interessa verso la fetta di mercato che i servizi video su internet stanno piano piano guadagnando.