Il sito WinSuperSite riporta che Windows 7, la nuova versione del sistema operativo Microsoft che potrebbe arrivare entro quest’estate, includerà di serie una virtual-machine che permetterà di avviare Windows XP Professional con Service Pack 3. La tecnologia, ribattezza “XPM” o “Windows XP Mode” non sarebbe altro che una versione aggiornata di Virtual PC grazie alla quale sarà possibile interagire tra il sistema host e l’ambiente nativo di Windows 7.
Ulteriori dettagli non sono indicati, sembra solo che tale caratteristica sarà un add-on gratuito installabile sulle versioni “Professional”, “Enterprise” e “Ultimate” di Windows 7. Il virtualizzatore richiederà , inoltre, un processore in grado di supportare la virtualizzazione hardware (sia Intel, sia AMD hanno sviluppato estensioni di virtualizzazione dell’architettura x86; non sono tra loro completamente compatibili, ma supportano grosso modo le stesse istruzioni e sono disponili sulle recenti versioni dei loro processori).
WinSuperSite pubblica anche una schermata nella quale è mostrata una macchina con Windows 7 sulla quale funziona Office 2007 nativamente e – nell’ambiente “XP Mode” – la versione 2003 di Office. In sostanza, il sistema è utile per avviare applicazioni non ottimizzate per il nuovo sistema garantendo totale compatibilità anche con le applicazioni più vecchie. Resta da capire la velocità effettiva con applicazioni esigenti quali giochi e particolari categorie di software; si spera, inoltre, che il Virtual PC per Windows sia stato aggiornato e ora supporti le periferiche USB (la versione PC di questo software scaricabile gratuitamente dal sito Microsoft, infatti, non gestice tali periferiche).
Un meccanismo simile fu adottato anche da Apple con l’ambiente Classic, un sistema che permetteva sulle macchine PowerPC fino a Mac OS X 10.4.x di avviare Mac OS 9 e utilizzare vecchie applicazioni (Classic non era ad ogni modo una Virtual Machine vera e propria ma un layer di astrazione hardware e software che permetteva di far girare il Mac OS classico senza bisogno di riavviare il sistema).
Microsoft si interessa alla virtualizzazione fin dal 2003 (quando acquistò Connectix, la società che in precedenza produceva Virtual PC per Mac). Nella visione della casa di Redmond, la virtualizzazione finora è stata intesa come un’interessante opportunità per il campo server: anziché acquistare diversi server, ciascuno dedicato a un carico di lavoro specifico senza essere in genere utilizzato al massimo delle capacità , la virtualizzazione consente di consolidare i carichi di lavoro su un numero inferiore di computer utilizzati in modo più intensivo. Poiché le macchine virtuali vengono archiviate come singoli file, il ripristino di un sistema danneggiato è oltretutto molto semplice, poiché basta copiare il relativo file in una nuova macchina.
[A cura di Mauro Notarianni]