Usa un iPhone a bordo di un volo Ata Airline e viene arrestato. Nulla di strano, almeno stando alle norme della Faa (Federal Aviation Amministration) che proibisce in maniera esplicita l’uso di cellulari, punendo severamente le contravvenzioni, non fosse il povero ‘Casey’, come si firma lo sfortunato passeggero in un blog, non aveva affatto usato il telefono per chiamare, ma per vedere un film e solo l’ignoranza (in senso stretto) di una hostess in materia di iPhone l’ha costretto a spiegare tutto davanti alla polizia.
Il fatto si è svolto durante un volo per le Hawaii a bordo di un aereo di Ata, una compagnia che opera numerosi voli tra Stati Uniti, Hawaii e Messico. Casey aveva deciso di trascorrere un po’ di tempo usando il telefono per guardarsi un film (“So cosa hai fatto”) con Jennifer Love Hewitt. Dopo un’ora e mezza dall’inizio del film una hostess si è avvicinata al passeggero dicendogli che doveva smettere di ‘telefonare’ perché questo è vietato dalle regole stabilite dalla Faa. Il passeggero ha immediatamente fatto presente che il telefono aveva tutte le funzioni radio disattivate e che quindi, come previsto da molte compagnie aeree e come molti altri dispositivi simili che hanno proprio una modalità ‘in volo’, poteva essere utilizzato per vedere un film o ascoltare musica. Ma le ragioni del povero Casey non sembravano avere effetto. Dopo un reiterato scambio di ‘smetta di parlare’ e ‘non sto parlando’, a dimostrazione che la hostess poco ne capiva di quel che cosa fosse quell’affare sul tavolinetto, veniva precipitato sulle ginocchia del passeggero un formulario con le regole Faa e poi, dopo qualche minuto, un volumone con tutte le norme. Visto che il possessore di iPhone, nonostante tutto, non ne voleva sapere di spegnere l’iPhone, indicando gli altri passeggeri che ascoltavano, senza essere disturbati, musica o vedevano film sul Pc, l’addetta al servizio in cabina non trovava di meglio che spedire le forze dell’ordine al gate d’arrivo.
Casey finiva così al posto di polizia dove si trovava costretto a spiegare di nuovo tutto di fronte ad un agente. Fortunatamente per il malcapitato il suo interlocutore si dimostrava un po’ più flessibile ed informato della dipendente della Ata ma questo, purtroppo, non ha evitato imbarazzo pubblico e fastidi assortiti per il povero passeggero che aveva avuto solo la sfortuna di trovare un interlocutrice (o una compagnia aerea) non solo poco informata, ma anche abbastanza supponente da mettere nei guai qualcuno senza avere neppure l’accortezza di ascoltare e informarsi su come funziona un iPhone.