Steve Jobs è tornato al lavoro. La conferma arriva direttamente da Apple, con una sintetica nota rilasciata alla stampa americana dal portavoce Steve Dowling che conferma direttamente anche le voci secondo cui il fondatore di Apple per ora resta impegnato in una sorta di part time. ‘Steve – dice Dowling – attualmente lavora alcuni giorni qui a Cupertino e per gli altri svolge il suo compito da casa. Siamo felici di averlo di nuovo tra noi’
L’ipotesi di un, almeno iniziale, part time era emersa con un buon grado di certezza alcuni giorni fa quando il Wall Street Journal aveva per primo parlato di un intervento di trapianto del fegato. Alla luce dell’ufficialità della complessa operazione chirurugica il fatto che Jobs non potesse tornare al lavoro a tempo pieno fin da subito è stato dato per scontato. La scorsa settimana si era percepito il ritorno del Ceo dall’inclusione di sue dichiarazioni in un comunicato stampa sui numeri conseguiti da iPhone nel primo trimestre; Apple non aveva però fino ad oggi mai ufficializzato la ripresa delle mansioni da parte dell’amministratore delegato, anche se era previsto fin dall’inizio che Jobs tornasse a fine giugno.
Ora, a fronte dell’annuncio, alcuni osservatori ed esperti stanno cominciando a valutare in maniera più approfondita sia quanto Apple ha fatto in passato in fatto di trasparenza sugli eventi legati al suo Ceo, sia quel che dovrà accadere in futuro. In particolare Charles Elson, che dirige il Weinberg Center for Corporate Governance dell’Università del Delaware, ritiene che una volta che il Ceo sarà tornato in pieno possesso dei suoi poteri e ricoprirà a tutti gli effetti la sua mansione a tempo pieno, Apple non potrà più sottrarsi al dovere di fare chiarezza. ‘La materia – ha detto al Wall Street Journal Elson – non è rilevante fino a quando Jobs non tornerà in pieno nel suo incarico. Ma a quel punto il consiglio di amministrazione dovrà essere chiaro sia sul trapianto che su tutto quanto è accaduto nel frattempo. I fatto che fino ad oggi ci sia stata mancanza di comunicazione in materia agli investitori dimostra tutti i limiti di una società che viene governata nel segno di una sorta di culto fideistico’. Il riferimento è, oltre che alla estrema riservatezza con cui vengono gestiti i rapporti con gli investitori, anche all’importanza di Jobs nel contesto delle fortune o sfortune di Apple; visto che l’amministratore della Mela è fondamentale nella condotta delle strategie e del business di tutti i giorni, molti analisti ed osservatori, come Elson, credono che sia impossibile sottrarsi al dovere di informare chi investe su di essa sulle condizioni di salute e le prospettive inerenti l’efficienza fisica del suo capo.