Cosa volete farci. “The Warded Man” è nato così, in metropolitana, durante il viaggio da pendolare del trennenne Peter V. Brett, esordiente assoluto nel settore letterario, anche se ha scritto almeno tre libri senza pubblicarli (e li considera agghiaccianti). Perché Brett è uno di quei casi rarissimi di talenti fusi in una volontà di acciaio: a tal punto che l’uomo è riuscito in qualcosa che la maggior parte di noi riterrebbe impossibile. Ha scritto un intero romanzo su un palmare.
Anzi, più di un palmare, come spiega in una lunga intervista data al New York Daily News. E l’uomo, dallo sguardo caratteristico del lucido folle e dell’ossessionato, è una di quelle storie che piacciono molto in America, perché è una storia di volontà e sacrificio, che sostituisce la qualità alla quantità (la vera e unica grandezza che attualmente il pubblico Usa concepisca e capisca) e ha un lieto fine. Brett il suo primo di tre libri l’ha scritto ed è pure buono. A tal punto che sia in Gran Bretagna che negli Usa sta spopolando. Anche grazie al genere (fantasy), al soggetto (gente tatuata per difendersi dai demoni notturni), e al modo in cui l’ha scritto: su più di un palmare, mentre faceva il pendolare.
Ce n’è per tutti, a tal punto da poter fare di questo scrittore un interessante fenomeno di marketing: compresa la prima pagina del libro (come si vede anche su Google Books) che permette di leggere l’introduzione dell’editore, che richiama più volte ed esplicitamente la strana relazione tra il modo in cui è stato scritto il libro e la sua qualità finale più che buona. Si stupisce lui, perché ci dobbiamo stupire tutti: Brett è uno come noi che però grazie alla sua potente e irrefrenabile volontà è diverso da tutti noi.
Usa un palmare di HP perché andare a giro con un portatile non è adatto, i Palm non vanno bene (pennetta), mentre Amazon Kindle ha una pessima tastiera e iPhone a quella virtuale che non ce la fa a stare dietro alla sua velocità di scrittura e non è abbastanza precisa.
Intervistato anche da blogger vari negli Usa, ha spiegato che la sua è una vera e propria urgenza di scrivere, che utilizza qualsiasi momento, a partire dai viaggi quotidiani verso il lavoro (che adesso ha lasciato per perseguire la sua carriera di scrittore) e la pausa ad esempio ai giardini, mentre accompagna i bimbi a giocare. Pazzesco, vero? Eppure, sembra proprio che sia così: la volontà ne può più della tastiera…