Tudor Brown, presidente e co-fondatore di ARM vuol andare in pensione. Il manager ha annunciato che non assumerà più un nuovo mandato, e lascerà il suo posto ad altri il 3 maggio del prossimo anno. ARM Holding è la società che sviluppa l’architettura ARM, “cuore pulsante” di moltissimi smartphone e tablet in commercio, ma anche in televisori ed elettrodomestici vari.
ARM è stata fondata nel 1990 da una joint venture tra Acorn Computers, Apple e VLSI Technology. La società all’epoca aveva sviluppato l’Acorn Risc Machine (ARM) con tecnologia RISC (un sistema di progettazione di architetture per microprocessori che predilige lo sviluppo di un’architettura semplice e lineare) sfruttando gli impianti di VLSI.
Difficoltà finanziarie negli anni successivi portarono nel 1985 (un’allora lungimirante) Olivetti all’acquisizione e quest’ultima cominciò a spingere l’azienda verso nuovi orizzonti. L’ingresso di Apple in ARM nacque dalla ricerca di un processore da sfruttare per il primo modello di palmare in assoluto, il Newton Message Pad (un prodotto negli anni ’90 troppo in anticipo sui tempi e antesignano di tutti i moderni smartphone, iPhone compreso) e la sua partecipazione in ARM (Acorn e Apple possedevano all’epoca il 43% delle azioni) permise la migliorare la piattaforma e l’architettura.
Tudor Brown, come accennato, è stato uno dei fondatori dell’azienda, ha ricoperto nel corso degli anni il ruolo d’ingegnere, direttore tecnico e poi presidente. Apple ha venduto le azioni ARM nel 1998 ma ha utilizzato le tecnologie ARM nell’iPod, iPhone e iPad.
Il modello di marketing di ARM Ltd è particolare: non produce realmente le proprie CPU e non vende dispositivi basati sulle sue CPU, ma licenzia ad altre aziende (es. Apple) la possibilità di realizzare CPU basate su core ARM. Caratteristica distintiva di questi processori è il basso consumo, peculiarità che li rende adatti e diffusissimi nel mercato dei dispositivi portatili; molti dei moderni smartphone utilizzano un core ARM e i processori ARM sono in questo settore quelli a 32 bit più diffusi nel mercato.
[A cura di Mauro Notarianni]