Toolbox è un software strano e particolare, difficile da descrivere correttamente fino a quando non lo si prova. L’autore lo definisce “un tool di programmazione visuale che permette di combinare grafica bitmap o vettoriale e realizzare incredibili lavori di arte digitale”.
L’idea è venuta allo sviluppatore fin da quando frequentava gli ambienti delle “demoscene” (piccoli e spettacolari demo grafici realizzati in assembler in voga su Amiga e PC soprattutto negli anni 80/90) e consiste nel pensare ai vari passaggi (gli effetti applicabili) come se fossero dei “blocchi” di comandi. Un blocco esegue un particolare comando e invia il risultato (l’output) a un secondo blocco e così via. Cambiando un parametro in uno dei passaggi, si genera una reazione a catena che si propaga fino al blocco finale.
L’interfaccia è alquanto astrusa, confusionaria e non segue per niente le linee guida di Mac OS X e di nessun altro applicativo visto. Se, ad ogni modo, volete sperimentare un po’ con il programma, ecco il tipico flusso di lavoro:
– Si avvia l’applicazione e si trascina nella finestra contenente una sorta di griglia la prima immagine con cui si desidera lavorare e che serve a generare il primo “blocco”.
– Si seleziona con un doppio click il blocco e s’impostano parametri quali: luminosità , ridimensionamento, rotazione, colore di riempimento dello sfondo, ecc.
– Da una libreria è possibile selezionare vari blocchi/comandi preimpostati (blur, deform, border, ecc.) collegabili in vari modi, in una sorta di linguaggio di programmazione visuale che permette di collocare i “mattoncini” con i compiti da eseguire ai lati (funzioni, passaggi di parametri) o in basso (passi successivi).
Il software non sostituisce Photoshop o simili ma è veloce ed efficace per ritagliare/ruotare le immagini, permette di creare texture, logo, bottoni web ed effetti molto difficili da ottenere con i software tradizionali. Interessante è che ogni blocco mantiene le sue proprietà e quindi ogni singolo passaggio non distrugge le informazioni contenute nel passaggio precedente (applicando anche tanti effetti a una foto, avremo sempre la sicurezza che il materiale di input originario resterà invariato).
Se l’autore riuscisse in qualche modo a migliorare l’interfaccia, l’applicativo potrebbe diventare interessante…
[A cura di Mauro Notarianni]