Apple prova a calmare le acque tumultuose in cui ultimamente naviga in Cina con una lettera ai clienti del paese asiatico. La nota firmata da Tim Cook, di cui parla il Wall Steeet Journal, è apparsa oggi sulla pagina nazionale del sito della Mela e appare piuttosto chiaramente, come un modo di schivare i colpi che arrivano sempre più copiosi da parte di organi di stampa molto vicini al governo della Repubblica Popolare, e quindi dal governo stesso, molto critici sia per le politiche di garanzia applicate da Apple in Cina, sia per quella che viene definita come arroganza nel rapporto con clienti e media.
Cook, così, prima di tutto si scusa «dei fraintendimenti delle passate settimane causate da incapacità di comunicazione con l’esterno che hanno fatto percepire Apple come una realtà arrogante e che non attribuisce importanza al rapporto con i clienti», poi annuncia novità nelle pratiche di garanzia, una migliore trasparenza nelle sue politiche di riparazione gratuita, più puntualità nell’addestramento del personale di assistenza e un sistema più diretto per rivolgersi al servizio clienti.
Come accennato, la maggior parte degli osservatori ritiene che la mossa di Cook sia dettata dall’urgenza, prima ancora che di riqualificare la propria immagine nei confronti dei clienti (che a dire dello stesso Cook sarebbero al 90% soddisfatti delle pratiche seguite in precedenza), di tamponare le possibili mosse future del governo cinese. Gli attacchi scagliati dai media, ovvero del Giornale del Popolo e la TV di Stato che accusavano Apple di supponenza e di trattare i clienti locali come utenti di serie B, sarebbero infatti solo l’avanguardia di possibili iniziative legislative che mirerebbero a limitare la dominanza di Apple e di altri gruppi nel settore dell’elettronica di consumo a favore delle imprese cinesi.
In altri termini, Cook con la sua lettera avrebbe manifestato al governo cinese tutta la sua disponibilità ad ascoltare le condizioni che saranno ritenute necessarie per mantenere la posizione della sua azienda in quello che già oggi è il secondo paese al mondo per fatturato e ad oggi rappresenta la più importante frontiera in termini di crescita del giro d’affari e in quanto tale merita più di qualche sacrificio.