La crisi, l’arrivo di nuovi soggetti come gli operatori mobili virtuali, l’arrembaggio dei fornitori di servizio dei paesi emergenti, le regolamentazioni strozza-conti dell’unione europa, lo strapotere delle compagnie produttrici di apparecchi telefonici e altre tecnologi e di base. Il mondo delle compagnie telefoniche non è più quel pozzo di San Patrizio di una volta, non è più cioè quella pentola piena di monete d’oro alla fine dell’arcobaleno. E stanno per scattare i consolidamenti.
Una mossa che da molte parti viene ventilata è quella della vendita di T-Mobile Uk da parte di Deutsche Telekom. In pole position per entrare ci sarebbero varie società , tra le quali nei giorni scorsi si era fatto il nome del colosso della telefonia mobile, Vodafone. Però adesso emergono seri concorrenti, che disegnano anche un inedito quadro di come potrebbero evolvere se non altro in Europa i grandi della telefonia, e che cosa potrebbe succedere nel prossimo futuro.
Secondo molti Apple ha fiutato bene l’aria quando ha iniziato, proprio nel nostro paese, ad aprire iPhone a un terzo operatore, che per avventura è la 3 di Hutchinson Wampoa. Adesso, la vendita di T-Mobile fa capire quanto profonda possa diventare la crisi nelle tasche e nella mente degli strateghi della telefonia mobile. Nel primo trimestre di quest’anno Deutsche Telekom ha registrato perdite della sua controllata britannica pari a 1,12 miliardi di euro, dovute in buona parte anche alla svalutazione della sterlina, ma non solo.
Adesso si parla addirittura di uno “swap”, una cessione diretta delle azioni di T-Mobile a Vodafone o, in alternativa, anche alla spagnola Telefonica o addirittura a France Telecom. I tedeschi si vogliono alleggerire sul mercato britannico, dove T-Mobile ha il 15%, mentre 0″, controllata da Telefonica, il 27%, seguita da Vodafone (25%), Orange di France Telecom con il 22% e il lumicino di 3 con l’8%. Secondo le stime degli analisti, con queste quote di mercato e la segmentazione attuale di clientela di T-Mobile, il valore dell’azienda è attorno ai 3-4 miliardi di euro.
Cosa succederà è ancora presto per dirlo. I giochi si stanno aprendo in queste ore. L’epoca dello strapotere di alcuni carrier europei non sembra ancora tramontata e forse questi consolidamenti li faranno ulteriormente aumentare. Tuttavia, la pressione che viene dalle associazioni dei consumatori e dalla stessa Unione europea è fortissima. Grazie anche a iPhone l’uso del cellulare è cambiato drasticamente e Internet è entrata nelle tasche di tutti. Adesso, nonostante la crisi, è bene che ci rimanga a tariffe abbordabili.