Dopo Apple, Adobe e Microsoft, anche Sun rilascia il codice di un software strategico: Java. Si tratta certamente di una mossa molto significativa: sono sei milioni e mezzo di righe di codice quelle che fanno girare la macchina virtuale di Sun sui browser di tutti gli utenti della grande rete. Di queste, si sa per certo che la porzione dedicata alla gestione di Java 2D non potrà essere rilasciata sotto licenza GPL per motivi di copyright.
Il grosso del codice verrà rilasciato sotto licenza GNU GPLv2. Sun fornirà dei plug in per quelle parti di codice che allo stato attuale non possono essere rilasciate sotto licenza Open e che sono destinate ad essere riscritte da zero dalla comunità di sviluppatori indipendenti.
«La comunità di sviluppatori indipendenti e Sun lavoreranno insieme per liberare Java dai lacci che lo avviluppano e sostituire il codice protetto da copyright con nuovo codice Open Source» dice R. Stallman, il fondatore della Free Software Foundation (FSF) nonché creatore della licenza GNU GPL.
Con questa mossa Sun spera di coinvolgere i distributori Linux spingendoli a implementare direttamente soluzioni basate sulla Java virtual machine. à un boccone ghiotto per entrambi: Sun cerca il mercato Linux sia per i clienti che esso può fornire, sia per la collaborazione che potrà ottenere dalla più grande comunità di sviluppatori indipendenti. Questi ottengono da Sun uno dei più grandi lasciti che siano mai stati fatti, sia in termini di vastità del codice sia in termini di importanza che esso riveste nelle applicazioni web. à un accordo storico, indubbiamente.
Il susseguirsi di annunci di release a favore dell’Open Source lascia intravedere uno scenario in cui tutte le più grandi realtà informatiche, da Apple (che rilasciò Safari e recentemente ha rilasciato la tecnologia iCal Server) a Sun si rivolgono alla comunità di sviluppatori indipendenti per risolvere quei problemi che esse stesse non hanno la forza di affrontare in modo efficiente, viste le proporzioni mastodontiche dei software. Ottenerne la fiducia e la collaborazione vuol dire entrare anche in un mercato straordinario e in pieno fermento che è pronto a fornire soluzioni all’altezza delle più esigenti aspettative. Ma al crocevia di questi interessi non stanno né Microsoft Windows né Apple Mac Os X. Bensì il sistema operativo che più rappresenta questo mercato: Linux.
[A cura di Fabio Bertoglio]