E’ Jim Balsillie la nuova ed eccellente vittima dello scandalo Stock Options che sta spazzando le società della Silicon Valley. Balsillie, chairman (presidente) del consiglio d’amministrazione di Rim, il popolare costruttore dei Blackberry, ha infatti rassegnato nel corso della giornata di ieri le proprie dimissioni dopo che una commissione d’indagine interna aveva stabilito che proprio a lui spetta l’onere di avere approvato tutte le stock options irregolari concesse dal 1997, escluse quelle di cui è stato beneficiario lui e il co-Ceo Mike Lazaridis.
Balsillie nel corso dei colloqui che hanno aiutato la commissione a comprendere il corso degli eventi, si sarebbe giustificato dicendo di avere usato lo strumento delle stock options irregolari (in pratica concedendo ai beneficiari di ottenere le azioni societarie in date favorevoli dal punto di vista dei prezzi invece che nella data di effettiva emissione) per attrarre i migliori manager possibili. In aggiunta a questo Balsille,avrebbe anche detto di avere capito che questa pratica non era irregolare.
La conclusione dell’indagine, oltre alle dimissioni di Balsillie da chairman (ma il manager resta co-Ceo e membro del consiglio d’amministrazione), ha determinato anche altri effetti collaterali e non certo meno influenti. Abbandona la carica di CFO (chief financial officer) Dennis Kavelman (che passa a ricoprire la carica di chief operating officer for administration and operations) si dimettono anche Kendall Cork e Doug Wright che decidevano materialmente delle compensazioni;
Balsillie e Lazaridis pagheranno ciascuno 4,2 milioni di dollari a titolo di rimborso per le spese sostenute per chiarire i fatti. Rim dovrà versare 250 milioni di dollari, più o meno 10 volte quanto previsto nel momento in cui l’emissione di stock options irregolari era venuta alla luce, per regolarizzare la sua posizione fiscale. Infine tutti i beneficiari delle stock options dovranno restituire i profitti che hanno spuntato grazie alle stesse stock options.