La società di comunicazione e relazioni pubbliche Reverb Communication avrebbe realizzato decine e decine di recensioni positive, tutte a 5 stelle, per influenzare le scelte di acquisto degli utenti App Store. Questo quanto si apprende da Mobilecrunch.
Il sito, nel suo approfondito articolo apparentemente fondato su prove concrete, illustra nel dettaglio il sistema adottato che parte da un pacchetto completo che consiste in una serie di servizi integrati alcuni perfettamente legittimi e tipici di un’azienda che si occupa di pubbliche relazioni, altri più discutibili e consistenti, appunto, in recensioni addomesticate, giudizi e consigli espressi sulle bacheche di discussione online; tra le opportunità avanzate (o millantate) ci sarebbe anche la possibilità di comparire nelle novità di App Store, spot pubblicità e applicativi selezionati dallo staff della Mela tramite canali privilegiati con Apple stessa.
Per realizzare le recensioni fasulle verrebbero utilizzati account non direttamente riconducibili a Reverb realizzando testi su misura, con parole chiave e stile, in grado di mirare con precisione il pubblico target del titolo in questione, anche per fascia di età . La pubblicazione delle recensioni a 5 stelle inizia immediatamente con la disponibilità del titolo su App Store e prosegue per altri 14 giorni.
Nelle sue ricerche il sito MobileCrunch sarebbe riuscito a trovare più di qualche indizio; ad esempio sono stati individuate e collegate tra di loro diverse recensioni con il massimo della valutazione per la maggior parte dei titoli degli sviluppatori seguiti da Reverb realizzate da utenti che hanno postato solo recensioni positive a 5 stelle e solo ed esclusivamente per software di sviluppatori che rientrano nel portafoglio clienti di Reverb: mai una recensione per altri titoli di altri sviluppatori, ma una recensione con meno di 5 stelle. I giudizi vengono poi riverberati nei principali forum online e bacheche di discussione.
La più spinosa e controversa rivelazione riguarda la presunta relazione preferenziale che la società avrebber con Apple, una collaborazione che permetterebbe agli sviluppatori che decidono di diventare clienti di Reverb di vedere i propri giochi inclusi nelle novità del giorno o della settimana, segnalare i software tra quelli scelti dallo staff o addirittura di veder comparire i propri titoli negli spot TV realizzati dalla Mela per iPhone.
Il sito TechCrunch esclude però che i dipendenti della Mela possano avere sostenuto le politiche di Reverb che, se fossero come vengono descritte, non sarebbero certo une esempio in fatto di correttezza e potrebbero danneggiare l’immagine di Cupertino agli occhi degli utenti App Store e anche degli altri sviluppatori. Per altro se qualche dipendente di Apple avesse realmente privilegiato i clienti di Reverb, ben difficilmente sarebbe in grado di mantenere il suo posto di lavoro.
Quel che però pare restare in piedi è l’impiego del tutto riprovevole degli strumenti di recensione e giudizio offerti da App Store che già in passato erano stati sfruttati per distorcere la percezione di qualità di un programma, anche se mai si era avuta notizia di un sistema scientifico come quello che avrebbe messo insieme la società di PR americana.