Cosa succede nel mondo? Succede che i paesi emergenti si dotano di telefoni cellulari: comprano le nuove e migliori tecnologie rispetto ai paesi “evoluti”, che sono vincolati da infrastrutture pre-esistenti e ancora da ammortizzare. L’ultimo arrivato compra meglio di chi è già nel negozio da anni.
E adesso l’ITU, l’ente internazionale che raccoglie tutti quei soggetti che a vario titolo nel mondo si occupano di telecomunicazioni e cerca di regolarli, spiega in un rapporto appena pubblicato a Ginevra, che il pianeta Terra è sommerso da una marea di telefoni cellulari. A fine 2009 saranno 4,6 miliardi. Una vera follia. Ma non c’è solo questo. Tutti usano Internet. Anzi l’ICT viene aiutato sempre più anche dalla banda larga mobile, per quanto filtrata, e dalla forte penetrazione dei computer a basso costo. In buona sostanza, oggi come oggi un quarto degli abitanti del pianeta è collegata a Internet.
Il problema sono gli altri tre quarti, che non solo non hanno accesso, ma sono per di più ben lontani dal capire cosa voglia dire “Internet” e “collegarsi”. Un divario digitale che non è solo tecnologico e di infrastruttura ma anche culturale e generazionale, e che non riguarda solamente i paesi poveri del mondo ma anche le periferie delle nostre città e le province dei paesi ricchi.
Tra gli altri dati che emergono dal rapporto pubblicato da ITU, e cioè “Il mondo nel 2009: fatti e dati relativi alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, si scopre anche che il numero delle bande larghe fisse è più che triplicato passando dai 150 milioni del 2004 ai 500 milioni di fine 2009, mentre è stato superato dagli abbonati alla banda larga mobile, che alla fine dell’anno saranno 600 milioni.
In Africa c’è un abbonato a banda larga ogni mille abitanti, in Europa sono duecento ogni mille abitanti. I prezzi sono più alti in Africa e il primo mercato al mondo della banda larga è quello della Cina, che ha superato a fine 2008 gli Stati Uniti.