Un buon inizio. Questo quello che si può, in sintesi, dire di R7, il nuovo periodico solo per iPad, che Repubblica ha distribuito per la prima volta questa notte su App Store. Annunciato a sorpresa ieri, il magazine che si presenta come il primo di questo tipo in Italia, è di fatto una riedizione di alcuni dei contenuti pubblicati da Repubblica nel corso della settimana, corredati da approfondimenti, immagini e qualche filmato tratti dal sito Internet della testata italiana del gruppo De Benedetti ma con impaginazione e tecnologie tipiche di iPad.
L’architettura del sistema è la stessa che abbiamo già visto nella stragrande maggioranza dei periodici sbarcati su App Store; si scarica un’applicazione e questa, una volta installata su iPad, si occupa a sua volta di scaricare l’ultimo numero disponibile dai server di Repubblica. L’operazione non è troppo lunga anche se il peso del file è significativo visto che include immagini e filmati; una volta scaricata, l’edizione di R7 resta comunque a disposizione per la lettura anche off line, collocata in un archivio dove finiranno anche le successive.
La visione e la consultazione, dal punto di vista tecnico, non lasciano spazio a molte sorprese. Non c’è, e questo potrebbe essere positivo per una buona parte di chi legge, il gusto eccessivo e quasi barocco del magazine di Branson, ma non ci sono neppure troppe sorprese rispetto alle edizioni in digitale che abbiamo già visto su App Store. R7, in sostanza, si reimpagina (con qualche esitazione) se iPad si orienta in orizzontale o in verticale, si sfoglia in maniera intuitiva (verso destra si cambia articolo, verso il basso si legge l’articolo nelle sue varie pagine) e in alcuni casi ha filmati che si possono ingrandire a tutto schermo e gallerie fotografiche (indicate da icone nella finestra dell’immagine). Per ora niente interattività né links attivi, animazioni dei menù ridotte allo stretto necessario e qualche elemento dinamico come i box con “linguetta” da estrarre per vedere i personaggi. In R7 non c’è la possibilità di salvare il testo, segnalarlo su qualche social network o inviarlo via email (probabilmente per comprensibili ragioni di copyright). Insomma poche sorprese per chi è già abituato alle riviste e ai giornali su iPad.
La novità vera sta, in definitiva, nel fatto che per la prima volta un editore italiano decide di creare una rivista d’attualità non specializzata in argomenti informatici o di innovazione tecnologica ma con articoli a sfondo sociale, economico, e politico e di impaginarla in maniera tale da essere fruibile istantaneamente su iPad, con testo dimensionato ad hoc (niente zoom perché non è necessario) e soprattutto di costruire l’impaginato con l’intenzione di spingere all’esplorazione e all’approfondimento multimediale. R7 da questo punto di vista può essere visto come il primo riconoscimento del tablet Apple come strumento d’uso quotidiano, quasi popolare, le cui tecnologie scompaiono dalla vista dell’utente comune, diventando veicolo per un differente modo d’informare superando i limiti analogici della carta ma senza obbligare la mente a cambiare registro per poter fruire del pensiero che gli articoli vogliono trasmettere. E questo, a nostro giudizio, è un merito non da poco. Per le animazioni in 3D, filmati in alta definizione e giochi interattivi c’è ancora tempo, magari per quando R7 da gratis diventerà a pagamento.
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