La vicenda dei cloni Psystar è, probabilmente, chiusa per sempre. La società della Florida che nei giorni scorsi aveva accettato, dopo una serie di sconfitte in tribunale, di sospendere la vendita di macchine con il sistema di Apple preinstallato, questa notte ha infatti subito la sanzione definitiva: lo stop anche alla commercializzazione di Rebel EFI, un programma che permette di installare Mac Os X su un qualunque hardware PC.
La decisione del giudice Alsup è scritta in un breve documento dove si legge come a Psystar sia proibito non sono vendere qualunque prodotto sottoposto a copyright Apple, ma anche avere qualunque ruolo nella gestione e o vendita di un prodotto che ha come scopo l’aggiramento dei metodi usati da Cupertino per controllare Mac Os X “come quelli che vengono impiegati per copiare Mac Os X su computer non Apple, incluse, ma non limitatamente, alle misure tecnologiche”. Rebel EFI non viene mai esplicitamente citato da Alsup per una ragione pratica: sarebbe stato necessario scendere nel merito delle funzionalità dell’applicativo, il che avrebbe richiesto probabilmente termini più lunghi e perizie tecniche. Il magistrato, che richiede l’adesione alle sue richieste entro e non oltre la mezzanotte del 31 dicembre, sottolinea che pur non avendo menzionato Rebel EFI se Psystar continuerà a vendere il prodotto lo farà “a suo rischio e pericolo”.
La sentenza si somma, come accennato, a quella disposta da un accordo tra Apple e la stessa Psystar che nei giorni scorsi aveva accettato di pagare a Cupertino 2,7 milioni di dollari a titolo di risarcimento per avere venduto macchine con Mac Os X preinstallato. Da quell’accordo la società dei fratelli Pedraza aveva cercato di tenere fuori, appunto, le Rebel EFi sperando di poter continuare a commercializzare macchine con hardware standard affidando ai suoi clienti il compito di installare il sistema operativo acquistando il software che si occupa di installare quanto serve per questo scopo. Apple non aveva immediatamente contestato la decisione di Psystar ma era apparso immediatamente evidente che gli avvocati di Cupertino non avrebbero potuto accettare la disposizione che di fatto lasciava una porta se non spalancata, almeno socchiusa, non solo alle attività di Psystar ma anche a quella di tante altre realtà che si sarebbero potute occupare commercialmente di lanciare un business basato, anche se indirettamente, sulla clonazione dei sistemi hardware Apple.
Ora Psystar è davanti ad un bivio: continuare a sfidare Apple, andando avanti nei gradi di giudizio o accettare la sentenza di Alsup e smettere di operare nel settore dei cloni Mac. Quello che sarà deciso non è ancora stato comunicato; quel che è certo è che nel momento in cui la battaglia legale dovesse cessare senza che Psystar abbia ottenuto un sovvertimento delle decisioni della corte, l’amministratore delegato Rodolfo Pedraza dovrà mettere mano al portafogli e pagare i 2,7 milioni di dollari richiesti da Apple, operazione che non sembra alla portata di una società i cui assetti hanno un valore di circa 50mila dollari. A quel punto è assai probabile che le porte dell’azienda nata, all’apparenza, quasi per caso e che sognava di conquistare addirittura più del 10% del mercato dei computer statunitene, si chiuderanno per sempre.