Stanno cominciando a emergere quali sono gli obiettivi di Google e del servizio Google Music. Secondo quanto riporta Billboard, la grande “G” avrebbe intenzione di offrire degli abbonamenti da 25$ l’anno. Il servizio consentirebbe agli utenti di memorizzare la musica su un cloud-server dove sarebbero trasmissibili ovunque e su qualunque dispositivo posseduto dal cliente. Ai propri utenti Google offrirebbe un’applicazione specifica per dispositivi mobile e un riproduttore/player da usare dal web.
Google Music offrirebbe anche uno store per l’acquisto di brani e la possibilità di inviare sul clod-server brani già presenti nella propria libreria off-line, (quelli acquistati ad esempio da iTunes o Amazon). Non mancano funzioni per rendere il servizio più “social” (playlist da condividere e brani da raccomandare agli amici) e sarebbe persino possibile ascoltare un brano nella sua interezza prima di portare a termine l’acquisto vero e proprio.
Sulla carta, insomma, il servizio è molto interessante: restano da convincere le major le quali potrebbero essere attratte dal gigante di Internet e allontanarsi da iTunes. Google sta cercando di raggiungere accordi stipulando contratti triennali. La grande “G” offrirebbe il 50% dei ricavi ai detentori dei diritti e il 10,5% alle etichette musicali.
Restano questioni irrisolte quali il peer to peer: più volte le case discografiche hanno esercitato pressione su Google per fermare i riferimenti che portano a contenuti controversi e bisogna dunque capire in che modo conciliare i risultati del motore di ricerca con il negozio per la vendita di brani.
Per quanto riguarda lo store di Google si parla di prezzi molto aggressivi: 7 dollari per un album intero e 70 centesimi per un singolo brano. Le ultime hit del momento potrebbero essere vendute a 91 centesimi e brani a catalogo a 49 centesimi.
[A cura di Mauro Notarianni]