La scarsità di iPhone? Dovuta a problemi di produzione e non alla necessità di liquidare i vecchi modelli. A respingere la tesi avanzata ieri da Gene Munster di cui anche il nostro sito ha parlato nel corso delle edizioni di mercoledì è Tony Sacconaghi, un analista di Bernstein.
Sacconaghi ritiene improbabile che la mancanza di iPhone nei negozi americani di Apple sia dovuta a movimenti di magazzino per una semplice ragione: i negozi At&T e quelli dei partner che Apple ha in tutto il mondo (come Carphone Warehouse e O2 in Inghilterra) non sembrano avere alcuna difficoltà nel consegnare cellulari ai loro clienti. Se davvero si fosse di fronte ad una scelta strategica e Apple stesse tentando di liquidare i vecchi modelli sarebbe davvero imprudente per la Mela rifilare i modelli vecchi ai suoi partner.
Più probabile, dice Sacconaghi, che Apple sia di fronte a qualche problema di approvvigionamento di componenti. Qualche settimana fa anche Sony Ericsson avrebbe avuto difficoltà simili. Il motivo per cui At&T e altri partner avrebbero i telefoni ed Apple no, starebbe nel fatto che molto probabilmente i telefoni ceduti ai negozi dei partner contano come vendite (mentre quelli nei magazzini di Apple noi) e questo incentiverebbe la Mela a dare rifornire i negozi esterni, specie sul finire del trimestre fiscale. Per altro Sacconaghi nota come due giorni fa Apple abbia iniziato a distribuire sulle Tv nazionali nuovi spot che non mettono in evidenza alcuna nuova funzione, ma sottolineano quelle già a disposizione sugli attuali iPhone; se davvero Apple avesse intenzione di lanciare a breve un nuovo telefono non avrebbe speso soldi per produrre e mandare in onda pubblicità per un modello destinato a brevissimo all’obsolescenza.
Sacconaghi, in ogni caso, pensa che il nuovo iPhone non sia troppo distante. Il lancio non avverrà subito, ma non andrà al di là di giugno luglio.
Da parte sua Apple sembra dare ragione a chi non credere in un repentino lancio dell’iPhone 3G. ‘Stiamo cercando di ripristinare le scorte il più velocemente che possiamo – ha detto ad alcuni media americani il portavoce Steve Dowling – i nostri negozi ricevono nuove scorte quasi ogni giorno’.